Bank of England alza i tassi, nulla di fatto della Bce che procede adagio nonostante boom inflazione
La Bce per il momento non si accoda al rialzo dei tassi intrapreso da altre banche centrali per combattere l’inflazione. Se oggi la Bank of England è tornata in azione con il secondo rialzo dei tassi consecutivo, e la Fed si appresta ad apportare a marzo la prima di una seriew di strette sui tassi, la Banca centrale europea mantiene invariati i tassi di interesse di riferimento e continua la sua politica di graduale uscita dalle misure straordinari di stimolo monetario.
Decisione che arriva all’indomani di un nuovo dato record dell’inflazione che nell’area euro a gennaio ha toccato il 5,1%.
Come da attese, la Bce ha mantenuto invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Contestualmente rallenta il ritmo di acquisti di asset da parte della Bce tramite il QE pandemico, che andrà a concludersi a fine marzo. Nel primo trimestre del 2022, il Consiglio direttivo della Bce condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP (pandemic emergency purchase programme) a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente. Esso interromperà gli acquisti netti di attività del PEPP alla fine di marzo 2022.
Il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria.
“La pandemia ha dimostrato che, in condizioni di tensione, la flessibilità nella configurazione e nella conduzione degli acquisti di attività ha contribuito a contrastare le disfunzioni nella trasmissione della politica monetaria e a rendere più efficaci gli sforzi tesi a raggiungere l’obiettivo del Consiglio direttivo”, rimarca la Bce nel release odierno.
Per garantire un’uscita soft dal PEPP, in linea con quanto deciso lo scorso dicembre, la Bce conferma che gli acquisti netti mensili nel quadro del QE ordinario – l’Asset Purchase Program (APP) – saranno pari a 40 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2022 e a 30 miliardi nel terzo trimestre. A partire da ottobre, il Consiglio direttivo manterrà gli acquisti netti nell’ambito del PAA a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro, finché necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei tassi di riferimento. La Bce si attende che gli acquisti netti termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE.
Sui tassi, la Bce rimarca che si attende che i tassi di interesse di riferimento si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali “finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole per il resto dell’orizzonte di proiezione, e finché non riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione sul 2% nel medio periodo”. “Ciò inoltre può comportare un periodo transitorio in cui l’inflazione si colloca su un livello moderatamente al di sopra dell’obiettivo”, precisa la Bce.
La Presidente della BCE, Christine Lagarde, illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo tra poco (14.30).