Bce: Lagarde sfodererà il ‘Whatever It Takes’ di Draghi? Tra le mosse attese TLTRO e QE
Sono ore di attesa per la riunione di domani del consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce), e in molti si chiedono se verrà sfoderato il celebre “whatever it takes” pronunciato nel luglio del 2012, in piena crisi finanziaria della zona euro, da Mario Draghi, allora presidente dell’Eurotower.
La cronaca delle ultime settimane ha visto le banche centrali sono entrate in azione, tra i principali istituti lo ha fatto la Fed a inizio marzo e lo ha fatto stamattina anche la BoE che hanno ridotto i tassi. Fino a questo momento la Bce e la presidente Christine Lagarde hanno mantenuto un atteggiamento attendista. Sebbene siano circolati alcuni rumors, secondo cui la Bce si sarebbe già riunita nella giornata di oggi, finora Francoforte non ha sfoderato alcun bazooka anti-coronavirus a sorpresa. “Due elementi hanno caratterizzato la Bce nelle ultime due settimane: il silenzio da parte dei propri vertici e l’immobilismo o atteggiamento passivo dell’istituto rispetto alle azioni da parte delle altre banche centrali”, sottolinea Filippo Diodovich, senior strategist di Ig Italia dal titolo: “Bce Preview: il giorno del giudizio per Christine Lagarde“.
Nelle ultime ore sono però iniziate a circolare delle indiscrezioni stampa che vedono in primo piano l‘avvertimento lanciato da Lagarde nel corso di una conference call a cui hanno partecipato alcuni degli stessi leader europei. Per l’ex numero uno dell’Fmi, a meno che i leader politici europei non agiscano urgentemente contro il coronavirus Covid-19, l’Europa soffrirà un grande shock economico simile alla crisi finanziaria globale esplosa nel 2008. Lagarde avrebbe anche riferito che la Bce sta studiando tutti gli strumenti possibili da adottare, in vista della riunione del Consiglio direttivo di domani. Tra le misure, finanziamenti “super-convenienti” per evitare il congelamento della liquidità e del credito. In ogni caso – avrebbe insistito Lagarde – le misure delle banche centrali possono funzionare solo se anche i governi fanno la loro parte, adottando provvedimenti che assicurino che le banche continuino a erogare prestiti a favore delle aree più colpite dall’emergenza COVID-19.
Le attese
In che direzione andranno gli annunci di Christine Lagarde? Secondo gli strategist di Ig Italia non è attesa la riduzione del tasso sui depositi, per l’impatto molto limitato che avrebbe sull’economia europea. “Riteniamo invece possibile che Lagarde possa scegliere di introdurre nuove aste Tltro per le banche europee rivolte in particolar modo all’offerta di prestiti per le piccole e medie imprese, ferme per cause totalmente indipendenti rispetto alla loro produttività, aumento del piano di Quantitative Easing da 20 a 50 miliardi di euro, rivolto soprattutto ai corporate bond”.
“Tali manovre non saranno sufficienti se non accompagnate da un piano concordato con la Commissione Europea e i governi nazionali per adottare misure di politica fiscale espansiva con aumento della spesa pubblica e, soprattutto, investimenti in infrastrutture – spiega Filippo Diodovich -. Un piano di aumento di spesa pubblica che deve essere di proporzioni straordinarie. Dichiarazioni in merito a maggiore flessibilità nel patto di stabilità non possono essere sufficienti a superare la crisi. Serve un impegno da parte di Commissione Europea e BCE a essere pronte a sostenere con qualsiasi mezzo i paesi in difficoltà dell’Eurozona”.
Il parere di Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim, è che la manovra della Bce si dovrebbe articolare su tre fronti:
- Una manovra convenzionale sui tassi;
- Una manovra non convenzionale in tema di QE;
- Una manovra molto vicina all’ipotesi di helicopter money che di fatto coinvolgerebbe anche la vigilanza, attraverso alcune modifiche regolamentari sui requisiti di capitale.
In particolare, l’esperto di Intermonte Sim sostiene che il TLTRO è “la misura più importante, non tanto per la novità dello strumento (è tuttora in corso la TLTRO III varata da Draghi a settembre), quanto per il suo meccanismo di funzionamento”. Entrando più in dettaglio, ecco le indicazioni che fornisce:
– Costo: si potrebbe ipotizzare uno spread negativo ad esempio fino a 50 pb vs tasso depositi, nel qual caso il vantaggio per il beneficiario (trattandosi di tasso negativo) potrebbe arrivare fino a -1%.
– Durata: tra 2/4 anni
– Oggetto: soprattutto prestiti a piccole e medie imprese oltre che a famiglie tramite credito al consumo
– Modalità attuative: le banche potrebbero essere sollevate in toto o in parte dal rischio trasformazione di tali impieghi in sofferenze, mediante due operazioni alternative o combinate.
“A questa manovra dovrebbe accompagnarsi una serie di misure fiscali espansive da parte dei governi. Il tutto all’interno di manovre su scala globale, a partire dal piano di taglio delle tasse ipotizzato da Trump e dalle infusioni di liquidità della Fed”, segnala ancora Cesarano, secondo il quale a livello operativo tali misure potrebbero comportare “un temporaneo marcato recupero dei mercati euro/usa almeno fino al giorno della Fed del 18 marzo”. Andando oltre, se la Fed si limiterà a offrire un ulteriore taglio tassi (già scontato dal mercato) insieme ad altre manovre di infusione di liquidità a breve, i mercati potrebbero alla fine poi ricominciare a chiedere di più, soprattutto se nel frattempo entro fine mese la diffusione del virus sarà sempre più globale.