Boris Johnson, il rischio dimissioni non frena la corsa della sterlina
Boris Johnson vacilla, la sterlina no. Si può riassumere così il quadro di questi giorni turbolenti Oltremanica, dopo le scuse ufficiali che il premier ha rivolto ai deputati di Westminster per aver partecipato a un party durante il primo lockdown britannico a maggio 2020. Un trambusto che però non sembra intaccare la crescita spedita della valuta inglese in questi primi giorni del 2022. Ad analizzare il caso è un approfondimento di Bloomberg.
Le possibili dimissioni
Le scuse di Johnson potrebbero non bastare a placare le polemiche sia dal suo partito sia dai rivali laburisti, pertanto, in queste ore sta prendendo sempre più quota l’ipotesi delle dimissioni. Un’eventualità che secondo gli esperti potrebbe accelerare ancor più la crescita della sterlina, anziché ostacolarla in qualche modo.
L’attenzione ai tassi
Gli analisti di fatto guardano con molta più attenzione a quello che fa la Banca d’Inghilterra, la quale potrebbe applicare quest’anno la prima serie di rialzi dei tassi dal 2017. La valuta inglese, su questa scia, viaggia ai suoi massimi dallo scorso ottobre. E, come anticipato, non si lascia intaccare dalle vicende di Downing Street. Anzi sembra tifare per il passaggio a una leadership più forte e stabile, per aumentare i giri della propria corsa.
Il rischio dei negoziati
Dunque, la situazione è tutta in divenire. L’uscita di scena di BoJo non è assolutamente certa ad oggi. Anche secondo gli analisti di ING, la sterlina non risentirebbe di un eventuale cambio di leadership: la moneta inglese appare immune ai rumor politici e in ottica di investimento i negoziati per la Brexit sembrano rappresentare un fattore di rischio decisamente maggiore per questo asset. Un motivo in più per continuare a seguire attentamente gli sviluppi da Londra.