Brexit: Johnson incassa ok Westminster per voto. Elezioni UK a dicembre, prima volta dal 1923
Al suo quarto tentativo a Westminster, il premier britannico Boris Johnson ce l’ha fatta a strappare il sì della Camera dei Comuni alla sua richiesta di tornare al voto. Indubbiamente ha inciso la decisione, comunicata ieri con una nota, del leader dei laburisti Jeremy Corbyn, che ha accettato l’opzione del ritorno alle urne.
“Ho sempre detto che saremmo stati pronti per il voto, e che il nostro sostegno sarebbe stato condizionato al venir meno della minaccia di un no-deal Brexit – ha detto ieri Corbyn – Abbiamo avuto una risposta dall’Ue, il sì all’estensione dell’Articolo 50 fino al 31 gennaio – ha continuato il leader dei Labour – Ciò significa che, per i prossimi tre mesi, la nostra condizione di escludere il no-deal è stata soddisfatta. Ora lanceremo la campagna più ambiziosa e più radicale per un vero cambiamento del nostro paese che sia stata mai vista”.
Corbyn ha parlato, praticamente, di una occasione unica per cambiare le cose.
Il voto è stato fissato per il 12 dicembre, un record, visto che l’ultima volta che i britannici si recarono alle urne nel mese di dicembre fu nel 1923. Le elezioni generali si terranno inolre in inverno per la prima volta dal 1974.
I democratici liberali e il partito Nazionale scozzese si sono astenuti, dopo che la loro richiesta di tornare al voto il 9 dicembre è stata rifiutata.
Quasi la metà dei laburisti non si è presentata inoltre alla Camera dei Comuni o ha votato contro, come segnale di ribellione verso il voto anticipato.
Il focus della stampa britannica, oltre che su Corbyn e Johnson, si concentra oggi anche sulla leader dei liberaldemocratici Jo Swinson, che ha affermato che il messaggio del suo partito “Stop Brexit”, ovvero fermate la Brexit, sta risuonando tra tutti i britannici che sperano che il voto sia un’occasione per far rimanere il Regno Unito all’interno del blocco europeo.
Così, nella trasmissione Today, Jo Swinson ha commentato gli sviluppi politici delle ultime ore: “Il popolo riconosce la nostra coerenza e il fatto che ci battiamo per ciò in cui crediamo. Non credo proprio che la scelta che ci stanno propinando tra Boris Johnson e Jeremy Corbyn sia in qualche modo sufficientemente positiva. Nessuno di quegli uomini è adatto a guidare il nostro paese e a essere primo ministro. E so che ci sono milioni di persone, là fuori, che sperano in una alternativa, guardando al futuro”. Insomma, ha rincarato la dose la Swinson, il nostro paese merita una scelta migliore, e io sono pronta a candidarmi per diventare primo ministro”.
Ecco come la stampa britannica ha accolto la notizia del ritorno alle urne:
Guardian front page, Wednesday 30 October 2019: Parliament breaks deadlock with December 12 election pic.twitter.com/kjJm4AIoXf
— Guardian news (@guardiannews) October 29, 2019
C’è poi l’altro tabloid Daily Mirron, che consiglia di iniziare a riempire il tacchino Boris Johnson.
Tomorrow’s front page: It’s time to stuff the turkey #tomorrowspaperstoday https://t.co/tSSWj6aNRW pic.twitter.com/SxYAwocQw5
— Daily Mirror (@DailyMirror) October 29, 2019
Il Financial Times si concentra sul ritorno all’ovile dei 10 dei 21 Conservatori ribelli che avevano voltato le spalle al premier e che di conseguenza sono stati espulsi. Ora sono stati riammessi, per volontà di Johnson, nel partito dei Tories.
Just published: front page of the Financial Times, UK edition, Wednesday 30 October https://t.co/HzyIwUSXFH pic.twitter.com/pYSVn426u3
— Financial Times (@FinancialTimes) October 29, 2019
A questo punto, la Camera dei Comuni sarà sciolta il prossimo mercoledì; la campagna elettorale per il voto tra i più imprevedibili della storia durerà appena il tempo di cinque settimane.
Se l’obiettivo di Boris Johnson è quello di concretizzare finalmente la Brexit, assicurandosi una maggioranza più compatta in Parlamento, quello dei laburisti di Jeremy Corbyn è di indire un secondo referendum sulla Brexit. Dal canto loro, i liberademocratici di Jo Swinson tenteranno di far leva sugli elettori pro-Remain, promettendo di agire per la revoca dell’articolo 50.