Cambiamenti climatici: come impattano nella gestione della politica monetaria globale
Il cambiamento climatico sta diventando un argomento sempre più rilevante per gli investitori e le banche centrali. Da diversi anni, difatti queste ultime, in qualità di enti regolatori, hanno iniziato ad occuparsi delle implicazioni del cambiamento climatico sulla finanza. Ma qual è il fil rouge che lega il cambiamento climatico alla politica monetaria quotidiana? Se lo chiede Joachim Fels, Consulente Economico Globale di PIMCO, nel report dal titolo “La sfida dei cambiamenti climatici”.
L’impatto dei cambiamenti climatici sulla politica monetaria
Secondo l’analista in primo luogo i rischi di stabilità finanziaria correlati alle condizioni climatiche diventeranno una componente standard degli esercizi di stress test delle autorità di controllo per le istituzioni finanziarie. I cambiamenti climatici, in secondo luogo, potrebbero avere delle ripercussioni sulla gestione della politica monetaria, in quanto potrebbero compromettere la capacità della banca centrale di mantenere in equilibrio l’economia. A tal proposito l’analista di PIMCO pone l’attenzione su un interessante discorso tenuto poco tempo fa da Benoit Cœuré, membro del Comitato esecutivo della BCE il quale sostiene che i cambiamenti climatici incideranno sulla politica monetaria in un modo o nell’altro, sia che rimangano incontrollati o che vengano adottate misure più drastiche per accelerare la transizione verso fonti di energia rinnovabili. Se non si interviene, le economie e le banche centrali potrebbero trovarsi di fronte a shock più frequenti e/o più gravi tali da complicare il lavoro della banca centrale. I cambiamenti climatici rischiano, inoltre, di modificare la distribuzione degli shock e portare ad un numero maggiore di eventi catastrofici (“fat tail”), con conseguenze nel lungo termine.
L’effetto sugli investimenti come l’inflazione
Da un punto di vista puramente finanziario, il cambiamento climatico ha effetto sugli investimenti proprio come l’inflazione. Così John Seo, responsabile delle strategie insurance-linked securities di GAM Investments e Co-Fondatore della Fermat Capital Management, LLC secondo cui il clima, al pari dell’inflazione, può erodere le aspettative di rendimento reale nel lungo periodo. “In questo momento le aspettative sul cambiamento climatico e sull’inflazione si trovano entrambe su livelli relativamente moderati ma sono le aspettative sul futuro a preoccupare, sia relativamente al clima che alla politica monetaria. Eppure” continua l’esperto “l’inflazione è collocata su una scala temporale che è di 10 volte più breve rispetto a quella del cambiamento climatico. In genere le previsioni inflazionistiche non vanno oltre i 10 anni, mentre quelle sul cambiamento climatico si estendono fino a 100 anni”.
Il mercato dei titoli insurance-linked (ILS), secondo l’analista di GAM, è una piattaforma privilegiata per monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulle economie e sui mercati. Gli effetti nuovi o imprevisti del cambiamento climatico, soprattutto negli Stati Uniti, continua Seo, si manifesteranno probabilmente prima nei prezzi dei titoli ILS per diverse ragioni. “Negli ultimi vent’anni il mercato ILS ha reagito a tale cambiamento climatico e questo si è riflesso ampiamente nelle previsioni a termine. Più in generale, questo significa che l’architettura del mercato ILS è quella di “un linker legato al clima” e/o di “un’obbligazione a tasso variabile indicizzata al clima” conclude. In sostanza i cambiamenti climatici non possono ormai essere sottovalutati visto che le loro implicazioni sono ormai dappertutto e il fattore clima è diventata la variabile chiave per le prospettive future.