Carbon Credits: prezzi record oltre 90 euro. I cinque fattori che hanno sostenuto il trend rialzista
Record storico sul mercato europeo dei carbon credits i cui prezzi nel 2021 hanno superato il valore di 90 euro. Un trend di crescita che prosegue da diversi mesi e che ha visto ogni “diritto alle emissioni” passare da circa 20 euro del 2020 ai 50 euro durante l’estate del 2021 per attestarsi, dopo il picco di novembre, a circa 80 euro nei giorni scorsi.
I Carbon Credits sono quindi, di fatto, diventati anche una nuova asset class “sostenibile e cinque sono i fattori alla base dell’accelerazione nel trend rialzista. A indicarli Diego Franzin, Head of Portfolio Strategies Plenisfer Investments SGR S.p.A.
I cinque fattori alla base dell’accelerazione nel trend rialzista
L’accelerazione nel trend di crescita del prezzo dei Carbon Credits è riconducibile secondo l’esperto a questi diversi fattori:
- Fattore COP26: la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si è conclusa a Glasgow lo scorso 12 novembre, ha generato un’elevata attenzione sui Carbon Credits anche alla luce dei nuovi obiettivi minimi di decarbonizzazione fissati al 2030, ovvero un taglio del 55% delle emissioni di Co2 rispetto al 2010. Particolare attenzione è stata dedicata all’evoluzione del sistema di scambio dei Carbon Credits verso uno schema non più regionale, ma globale. Su questo fronte, è stata indicata l’intenzione di creare il “Meccanismo di sviluppo sostenibile”, ovvero un nuovo mercato internazionale controllato dalle Nazioni Unite, che prevedrà un sistema centralizzato, aperto al settore pubblico e privato, e un secondo sistema bilaterale separato, che permetterà ai Paesi di scambiare crediti per raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione. L’EU ha parallelamente confermato l’intenzione di voler ampliare l’ambito di compensazione obbligatoria delle emissioni a ulteriori industrie ad elevato impatto ambientale, rispetto alle 3 oggi previste (produzione di energia, manufatturiero e aviazione) e di voler adottare un “carbon border adjustment mechanism”, che consentirà di applicare un carbon price anche ai prodotti ad elevato impatto ambientale realizzati in Paesi che non prevedono meccanismi di carbon pricing , per contrastare la disparità di costi connessi alla produzione tra operatori europei ed extraeuropei.
- Fattore tedesco: recentemente il nuovo Governo di coalizione tedesco ha espresso sostegno ai piani della Commissione Europea per rafforzare e riformare l’attuale sistema di scambio di quote di emissioni e, in particolare, per fissare un prezzo minimo dei Carbon Credits pari a 60 euro, sottolineando che tale valore potrebbe essere fissato in prima battuta a livello nozionale qualora i prezzi del carbonio scendessero al di sotto di tali livelli nei prossimi anni e l’UE non riuscisse nel frattempo a concordare una misura simile.
- Fattore ESG: Il mercato libero dei Carbon Credits (Voluntary Carbon Market “VCM”) ha dimensione globale e opera su base volontaria: imprese, organizzazioni o anche individui, che vogliono neutralizzare o ridurre le emissioni generate dalla propria attività, possono acquistare e utilizzare Carbon Credits su tale mercato. La crescente attenzione del pubblico, delle imprese e organizzazioni e degli investitori verso tematiche ESG, ha alimentato lo sviluppo del VCM, con conseguenti ricadute positive sul valore dei Carbon Credits.
- Fattore 2021:l’ultimo trimestre dell’anno è il periodo in cui le aziende sottoposte a compensazione obbligatoria delle emissioni comprano eventuali crediti aggiuntivi necessari a coprire la totalità di Co2 che stimando di aver generato nell’esercizio in chiusura. In un anno come il 2021, caratterizzato da ripartenza dell’economia e quindi delle attività produttive, è ipotizzabile che gli acquisti di Carbon Credits aggiuntivi siano stati più elevati di quanto stimabile a inizio anno.
- Fattore Gas: l’aumento del prezzo del gas ha reso più conveniente l’utilizzo di carbone nelle attività produttive, nonostante l’incremento del prezzo dei Carbon Credits. Tale incremento nell’utilizzo del carbone potrebbe aver ulteriormente trainato la domanda di acquisto dei Carbon Credits e, quindi, il loro valore.