Crisi Grecia, scontri Italia, limbo Brexit: Stephen Roach mette in dubbio sopravvivenza Ue
L’Unione europea potrebbe non riuscire a sopravvivere. Questa volta, a lanciare l’allarme non è il magnate George Soros, che più di una volta ha messo in dubbio la solidità delle basi su cui si fonda il progetto europeo. A paventare la fine del blocco è Stephen Roach, docente senior presso la Yale University, considerato tra le voci più autorevoli del mondo in tema di economia e di scenari dei mercati, dopo la lunga esperienza come responsabile della divisione in Asia di Morgan Stanley. Ebbene, prendendo spunto dalla situazione di limbo in cui è andata a invischiarsi la Brexit, Stephen Roach si interroga sul futuro dell’Unione europea, e sulla sua capacità di affrontare diversi eventuali shock.
“Bisogna porsi qualche domanda sul futuro della stessa Unione europea…si tratta di una Unione imperfetta, la cui sopravvivenza, credo, rappresenta un serio interrogativo”.
D’altronde, anche prima del nodo Brexit, fa notare il professore in un’intervista rilasciata alla Cnbc, Bruxelles ha dovuto gestire diversi problemi, come la crisi dei debiti sovrani in particolare della Grecia e le trattative con l’Italia sulla manovra del governo M5S-Lega.
Ora, sebbene nelle ultime ore sia Bruxelles, più che Londra, ad apparire in una posizione di forza nel processo della Brexit, Roach si chiede cosa accadrebbe se una simile volontà di lasciare il blocco venisse espressa da altri stati membri, tra l’altro in una fase in cui l’Ue fa ancora fronte agli effetti degli shock provocati dalla crisi finanziaria del 2008.
Nella riunione del Consiglio europeo che si è tenuta ieri, Bruxelles ha deciso di concedere alla premier britannica Theresa May un’estensione di appena due settimane, fino al prossimo 12 aprile, dal 29 marzo, fino a ieri data effettiva in cui la Brexit avrebbe dovuto concretizzarsi.
Se entro questo periodo di tempo accordato, May riuscirà a ottenere il sì di Westminster, allora Londra avrà tempo fino al prossimo 22 maggio per predisporre le necessarie misure legislative per l’approvazione del Withdrawal Agreement. Altrimenti, “il 12 aprile sarà il nuovo 29 marzo”, come ha fatto notare un funzionario Ue.
“L’idea che una sola misura vada bene per tutti è stata rigettata continuamente negli ultimi dieci anni”, ha detto Roach- All’inizio, c’è stata una qualche convergenza nei cicli economici. Ma poi, (nel 2008 e 2009) shock asimmetrici hanno iniziato a diffondersi nell’area, mettendo in dubbio l’idea secondo cui un’area economica unita possa essere guidata da una sola banca centrale”. In questo caso Stephen Roach ha messo in dubbio nello specifico l’Eurozona, l’area di cui fanno parte i paesi che utilizzano l’euro.
Detto questo, l’economista ha anche detto di ritenere che da sola la Brexit non sarà sufficiente a far deragliare l’economia globale. Ciò non significa che non sia un fattore che andrà a rendere più pesante il “cocktail tossico” che minaccia la congiuntura globale.
Altri ingredienti di questo cocktail, ha spiegato Roach, sono rappresentati dalle “pressioni al ribasso sulla crescita della Cina, dalla debolezza del Giappone e dalla la decelerazione degli Stati Uniti”.