Crisi Ucraina: in arrivo nuovi aumenti per pane, pasta e carburanti
La Russia attacca l’Ucraina innescando un conflitto che rischia di avere forti ripercussioni anche per le tasche degli italiani, determinando nel breve periodo una nuova ondata dei prezzi al dettaglio. Lo denuncia Assoutenti, che calcola le possibili ricadute dell’invasione russa sui listini praticati nel nostro paese.
Conflitto Russia-Ucraina: le ripercussioni sulle tasche degli italiani
“Dalla pasta al pane, passando per bollette, benzina, oro, alluminio, la crisi russo-ucraina rischia di avere effetti pesantissimi sia per i consumatori che per l’industria italiana – spiega il presidente Furio Truzzi – Già nelle ultime ore il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam è schizzato a 125 euro (MWh), con i future saliti ad un massimo del +41%; il petrolio ha superato i 103 dollari al barile segnando un +7%, l’alluminio ha raggiunto una quotazione record di 3.382 dollari/tonnellata, superiore ai livelli della crisi finanziaria del 2008. I prezzi del grano sono aumentati del +5,7% in un solo giorno; il mais segna un +5,5%, ai massimi da 33 mesi, e la soia un +2,87%”. “I prezzi al dettaglio di una serie di beni rischiano quindi di schizzare alle stelle – prosegue Truzzi – La pasta, che già a gennaio ha subito un rincaro del +12,5%, potrebbe arrivare a costare il 30% in più rispetto allo scorso anno; il pane, rincarato del +3,7% lo scorso mese, potrebbe subire aumenti del +10%, così come biscotti, dolciumi e prodotti derivati. I carburanti, già oggi alle stelle, potrebbero aumentare alla pompa di ulteriori 5 centesimi di euro, con un effetto domino sui prezzi dei beni trasportati. E a tutto ciò – prosegue Truzzi – si aggiunge l’incognita del gas, con le tariffe che ad aprile sono ormai destinate a registrare nuovi maxi-aumenti”.
Ma non solo petrolio. Sotto la spinta dell’attacco della Russia all’Ucraina i prezzi del grano sono balzati del 5,7% in un solo giorno raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9.34 dollari a bushel, sugli stessi livelli raggiunti negli anni delle drammatiche rivolte del pane che hanno coinvolto molti Paesi a partire dal nord Africa come Tunisia, Algeria ed Egitto che è il maggior importatore mondiale di grano e dipende soprattutto da Russia e Ucraina. E’ quanto emerge dall’analisi alla chiusura del mercato future della borsa merci di Chicago che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole con il rischio reale di speculazioni e carestie che nel passato hanno provocato tensioni, sociali, politiche e flussi migratori anche verso l’Italia. L’aumento delle quotazioni delle materie prime – sottolinea la Coldiretti – ha interessato anche i prodotti base per l’alimentazione degli animali negli allevamenti come la soia che ha raggiunto il massimo dal 2012 e mais che è al massimo da otto mesi.