Da Copenhagen licenziamenti shock in tutto il mondo. ISS lascia per strada 100.000 dipendenti dopo tonfo titolo
E’ come se, nel giro di qualche ora, tutti gli abitanti di città come Siena, Parma, Treviso, si trovassero in mezzo alla strada, senza più un lavoro. Viene da farlo, il paragone, se si considera l’annuncio shock e decisamente ‘monstre’ del gigante delle pulizie danese, ISS A/S. Tra le principali società del mondo attive nel settore, ISS ha deciso di licenziare 100.000 suoi dipendenti e di uscire da 13 paesi, identificati come i suoi mercati meno redditizi.
A essere tagliato fuori sarà un quinto della forza lavoro globale del colosso, stando a quanto riporta Bloomberg. La stessa agenzia riferisce che le cose andranno bene, invece, per gli azionisti del gruppo, che si spartiranno una somma di $383 milioni, corrispondente ai ricavi che deriveranno dal risparmio dei costi.
Tra i mercati da cui ISS si appresta a uscire, molti sono emergenti, situati in Asia o Europa dell’est. ISS che, oltre a fornire servizi di pulizia, è attiva anche nel catering e nella sicurezza, si appresta a lasciare quei paesi che incidono sul suo fatturato e sui suoi utili operativi per appena, rispettivamente, il 12% e l’8%.
L’uscita di scena è prevista in Thailandia, Filippine, Malesia, Brunei, Brasile, Cile, Israele, Estonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Slovenia e Romania.
Dopo i tagli, il personale di ISS sarà di 390.000 persone circa.
La decisione del licenziamento monstre segue il tonfo del titolo ISS, pari a -18% quest’anno, provocato in parte dalla speculazione degli hedge fund. E non ha aiutato la nota di Goldman Sachs, che lo scorso mese ha detto ai clienti di iniziare a vendere le azioni ISS.
Sebbene, nella sessione della vigilia, le azioni della società abbiano perso fino a -3,3% dopo l’annuncio del piano di ristrutturazione, gli analisti hanno affermato comunque che la notizia è positiva per il titolo, se si considerano le prospettive di più lungo termine della società.
“Il mercato tende a essere un po’ miope in questi giorni – ha commentato Mikkel Emil Jensen, analista presso Sydbank – Ciò che ISS sta facendo è “investire maggiormente, nel lungo termine, in margini piàù stabili, piuttosto che in margini più elevati. Questo significa spendere soldi qui e ora su cose come i robot, al fine di stare al passo con la tecnologia dell’industria”.
Sempre Jensen ha fatto notare che il fatto che l’intenzione sia quella di ridurre la base dei clienti di ben il 50%, perdendo tuttavia soltanto il 12% del turnover e l’8% degli utili, dimostra che l’obiettivo è di sbarazzarsi di quei consumatori che hanno un potenziale di crescita (in termini di propensione alle spese) limitato”.
Dal canto suo la società – che ha sede a Copenhagen – è ottimista e prevede una accelerazione della crescita organica tra il 4 e il 6% l’anno “nel medio termine”, rispetto al range compreso tra l’1,5% e il 3,5% atteso per quest’anno.