Da elezioni Alabama schiaffo a Trump e al dollaro: maggioranza repubblicana perde colpi, a rischio riforma fiscale
Schiaffo a Donald Trump dall’Alabama, considerata da sempre roccaforte repubblicana.
L’elezione suppletiva al Senato è stata vinta dal candidato democratico Doug Jones, con il 49,6% dei voti favorevoli. Sicuramente non un trionfo, visto che il repubblicano Roy Moore ha preso il 48,8% dei voti. Ma l’esito basta a mettere i bastoni tra le ruote dell’amministrazione Trump, visto che l’effetto è immediato.
Con l’ingresso di Jones al Congresso, la maggioranza repubblicana al Senato diventa più risicata e si assottiglia a 51 su 49. Questo significa che in pericolo, oltre alle altre proposte di legge ferme al Congresso, è il passaggio della stessa riforma fiscale che i mercati stanno aspettando da mesi. Tutto questo viene scontato dal dollaro, come sottolinea a Reuters Sue Trinh, responsabile della strategia del forex presso RBC Capital Markets, a Hong Kong.
“Il dollaro sta facendo dietrofront, dopo che Jones ha segnato una vittoria su Moore nella roccaforte repubblicana dell’Alabama, con l’effetto di ridurre la maggioranza del partito al Senato da 51 a 49. A questo punto, la grande domanda è se i repubblicani riusciranno ad approvare la riforma fiscale prima di Natale”. (Jones dovrebbe insediarsi al Senato nel mese di gennaio).
In ogni caso, “parlando più in generale, i tori sul dollaro sono più preoccupati che l’esito delle elezioni in Alabama confermi il revival democratico nel 2018, in occasione delle elezioni di metà mandato per il Congresso americano”.
In quel caso, di fatto, a essere in pericolo sarebbe l’intera agenda politica di Trump.
Il caso dell’Alabama ruba i riflettori alla Federal Reserve, nel giorno in cui la Banca centrale Usa si appresta ad alzare i tassi di interesse per la terza e ultima volta nel 2017, a un target stimato tra l’1,25% e l’1,5%. Il dollaro ha tra l’altro già scontato la terza stretta monetaria in arrivo, e viene condizionato di conseguenza più dal timori che riguardano il versante politico.
Il Dollar Index perde così terreno attestandosi a 93,941 dopo aver viaggiato al di sopra di quota 94 alla vigilia, arrivando fino a 94,219, al record dallo scorso 14 novembre. La valuta america indietreggia anche sullo yen, attorno a JPY 113,35, dopo essere salita ieri al massimo in quattro settimane, a JPY 113,75. Euro-dollaro in ripresa, sale attorno a $1,1757, dopo essere capitolato al valore più basso in tre settimane, pari a $1,17175 il giorno prima.