Dazi Usa su acciaio e alluminio: scatta guerra commerciale, chi pagherà di più e quali i rischi
I dazi Usa sull’acciaio e alluminio sono entrati in vigore, colpendo anche l’Unione europea, con il rischio di innescare una guerra commerciale pericolosa per l’economia mondiale. Canada, Messico e Unione europea hanno infatti già annunciato la loro intenzione di reagire con l’introduzione di tariffe su alcuni prodotti americani. Tutto ciò potrebbe portare a una esclation con ricadute a catena su esportazioni, produzione e quindi anche occupazione.
Chi ci smena di più
Nella notte sono scattati i dazi al 25% sull’acciaio e al 10% sull’alluminio, colpendo circa 6 miliardi di euro di esportazioni europee. In altri termini, le tariffe riguarderanno circa 5 milioni di tonnellate di prodotti europei, di cui 3,4 milioni di prodotti finiti e 1,5 milioni di prodotti semi-finiti, secondo i dati raccolti da Bloomberg guardando alle esportazioni Ue verso gli Stati Uniti nel 2017. I paesi dell’Unione europea più colpiti saranno la Germania e l’Olanda, ma anche l’Italia sarà coinvolta. Con 212mila tonnellate di prodotti finiti lo scorso anno, vale a dire 760 milioni di export, l’Italia è il quinto esportatore in Europa verso gli Usa.
Il rischio escalation
Ma il vero rischio è rappresentato da una escalation dei dazi che potrebbe generare una vera e propria guerra commerciale globale, con ricadute non solo sulle esportazioni, ma anche sulla produzione e quindi anche sui livelli di occupazione. Già a maggio le esportazioni europee sono aumentate al tasso più debole in quasi due anni, “in parte collegato all’apprezzamento dell’euro oltre che all’indebolimento delle esportazioni verso mercati chiave, in particolare gli Usa”, ha spiegato oggi IHS Markit Pmi. L’indebolimento dell’export ha già generato un ulteriore rallentamento dell’attività manifatturiera nell’Eurozona, con perdite di vigore della crescita dei livelli occupazionali.
Le auto europee nel mirino di Trump
E se dalle minacce si è passati all’azione per quanto riguarda i dazi su acciaio e alluminio, il timore è che lo stesso possa avvenire anche per il settore automobilistico europeo. Settimana scorsa infatti l’amministrazione Trump ha aperto una inchiesta sulle importazioni di auto, camion e componentistica negli Stati Uniti per determinare l’impatto sull’economia nazionale. La stessa motivazione era stata adottata lo scorso marzo per giustificare l’imposizione di dazi su acciaio e alluminio.
Al via il terzo round di negoziati con la Cina
Intanto va avanti anche la questione dazi Usa contro la Cina. Nel fine settimana ci sarà il terzo ciclo di negoziati per cercare di trovare un accordo. Una possibilità che appare però sempre più lontana. Secondo le maggiori agenzie di stampa internazionali, che citano una dichiarazione della Casa Bianca, l’amministrazione Trump diffonderà entro il 15 giugno un elenco definitivo di prodotti che saranno colpiti dai dazi, che scatteranno poco dopo. Nuove restrizioni sugli investimenti cinesi in tecnologia e controlli rafforzati delle esportazioni dovrebbero essere annunciati invece entro il 30 giugno e implementati poco dopo.