Easyjet mette a terra la sua intera flotta: trasporto aereo in profonda crisi
Le restrizioni imposte dal Coronavirus hanno indotto EasyJet a mettere a terra la sua intera flotta di velivoli. La compagnia ha assicurato che “continuerà a intraprendere tutte le azioni possibili per eliminare i costi e le spese non cruciali per l’azienda a ogni livello, al fine di contribuire a mitigare l’impatto del Covid-19”.
EasyJet mette a terra i suoi aerei
Negli ultimi giorni – si legge in una nota – la compagnia ha lavorato alacremente per il rimpatrio di numerosi passeggeri, operando oltre 650 voli di rimpatrio e riportando a casa più di 45.000 persone. Gli ultimi voli di rimpatrio sono stati effettuati ieri, domenica 29 marzo. In ogni caso, si legge in una nota, “la messa a terra degli aerei ha un impatto significativo” sulla compagnia aerea che però, “può contare su uno stato patrimoniale solido, senza debiti da rifinanziare fino al 2022. Siamo in continua discussione con gli istituti di credito che riconoscono la forza del bilancio e del modello di business”.
Easyjet ha anche annunciato di aver raggiunto un accordo con i sindacati che prevede per i suoi equipaggi di volo una astensione dal lavoro con un regime di sostegno al reddito garantito dal governo che assicura il pagamento dell’80% della retribuzione.
Iata aggiorna in peggio le sue previsioni
Una decisione quella di EasyJet arrivata dopo che pochi giorni fa l’International Air Transport Association (Iata) ha aggiornato, in peggio, la sua stima dell’impatto della pandemia Covid-19 sull’industria globale del trasporto aereo. “A causa della gravità delle restrizioni ai viaggi e della prevista recessione globale, si stima ora che le entrate del settore per il trasporto passeggeri possa precipitare di 252 miliardi di dollari o il 44% in meno rispetto al 2019”, ha detto Iata. Questa previsione è stata formulata sulla base di uno scenario in cui le restrizioni di viaggio durino fino a tre mesi, seguite da una graduale ripresa economica entro la fine dell’anno.
Nemmeno tre settimane fa, lo scorso 5 marzo, Iata aveva previsto una perdita fino a 113 miliardi di dollari quest’anno. “Il settore aereo sta affrontando la sua crisi più grave – ha detto oggi il direttore generale e Ceo di IATA, Alexandre de Juniac – Nel giro di poche settimane, il nostro precedente scenario peggiore sembra migliore delle nostre ultime stime. Ma senza misure di aiuto immediato da parte dei governi, non ci sarà un’industria ancora in piedi”. Secondo l’associazione, le compagnie aeree hanno bisogno di 200 miliardi di dollari in supporto di liquidità per superare questa fase.