Erdogan silura terzo governatore banca centrale in due anni. Fuga investitori: e la lira crolla
Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan lo ha fatto di nuovo: ha silurato il governatore della banca centrale per non essersi allineato ai suoi desiderata. E la lira turca non ha gradito affatto la mossa, crollando nei confronti del dollaro fino a -17%. La vittima di Erdogan stavolta porta il nome di Naci Agbal, ‘colpevole’ di aver alzato i tassi per cercare di frenare l’inflazione galoppante del paese.
Lo scorso giovedì, la banca centrale della Turchia ha alzato i tassi al 19%, per combattere il tasso di inflazione volato al 15,61%.
La stretta monetaria ha fatto andare su tutte le furie il presidente turco, che ha cacciato Agbal senza pensarci due volte: Naci Agbal sarà sostituito da Sahap Kavioglu, voce di spicco nel quotidiano pro-governativo, docente in materia di banche, ed ex membro del partito di governo.
Così come Erdogan, Kavioglu ritiene che le strette monetarie non solo non servano a nulla per frenare l’inflazione, ma accelerino la sua crescita, a dispetto di quanto crede la maggior parte degli economisti.
Il licenziamento del governatore è stato reso noto dal governo di Ankara con un decreto, che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nella giornata di sabato, e che non ha dato alcuna spiegazione sul motivo del siluramento di Agbal.
Kaviogli diventerà ora il quarto governatore della banca centrale della Turchia dal luglio del 2019.
D’altronde, si sa bene che, nel paese, a prendere le decisioni di politica monetaria è sostanzialmente il governo, mica la banca centrale.
Risalendo agli eventi degli ultimi anni, diversi sono stati i casi in cui l’istituzione si è confermata semplice fantoccio del governo.l
C’è stato in realtà qualche tentativo da parte del banchiere centrale di turno di rivendicare la propria indipendenza: come nel settembre del 2018, quando la CBRT (banca centrale turca per l’appunto) snobbò del tutto gli avvertimenti di Erdogan, alzando i tassi di interesse invece di abbassarli, mostrando così uno scatto di sussulto e di dignità e umiliando il presidente.
In quell’occasione, i tassi vennero alzati dal 17,5% al 24%. La banca era guidata dal governatore Murat Cetinkaya, che venne licenziato poi nel luglio del 2019, per non aver chinato la testa di fronte alla richiesta di Ankara di procedere a un taglio dei tassi di 300 punti base, e dopo aver alzato i tassi di ben 625 punti base fino al 24% nel settembre del 2018.
Cetinkaya è stato il primo banchiere centrale a essere destituito, per non dire licenziato, in Turchia, dal golpe militare del 1981 (rimasto in carica dall’aprile del 2016 al luglio del 2019).
Venne sostituito dal suo vice, Murat Uysal, che rimase in carica fino al novembre del 2020, quando fu licenziato anche lui, in quanto ritenuto colpevole di aver provocato un crollo della lira del 30% durante l’anno. Così come nel caso del suo predecessore Cetinkaya e dello stesso Agbal, Uysal era stato accusato da Erdogan di non aver tagliato i tassi per risollevare i fondamentali dell’economia turca.
Naci Agbal, ex ministro delle Finanze nel periodo compreso tra il 2015 e il 2018, si conferma così il terzo governatore della banca centrale della Turchia ad aver ricevuto il benservito dal presidente Erdogan in due anni.
Al momento la lira turca riduce le perdite, ma rimane sotto forte pressione, dopo l’ultima decisione di Erdogan. Per quanto la Turchia sia abituata a veder minacciata l’indipendenza della sua banca centrale, la notizia è stata comunque uno shock, come ha commentato Win Thin, responsabile della strategia sul forex di Brown Brothers Harriman:
“Lo shock del licenziamento nel week end di Agbal potrebbe essere il colpo di grazia per la fiducia degli investitori nella Turchia”. A suo avviso, gli smobilizzi potrebbero portare la lira turca a capitolare anche oltre quota 8,58 sul dollaro, superando così quello che viene considerato al momento il minimo record:
“Ci sarà una fuga di capitali nella giornata di lunedì e la Banca centrale della Turchia ha risorse limitate per proteggere la lira- ha commentato Per Hammarlund, responsabile strategist dei mercati emergenti presso SEB AB a Stoccolma, riferendosi alla banca centrale .”Un governatore falco della banca centrale non può essere sostituito da uno dovish senza che i mercati scontino un cambiamento nella politica (monetaria). E la cacciata di Agbal due giorni dopo un rialzo dei tassi produrrà un cambiamento nelle aspettative degli investitori ancora più forte”.