ESG: con la pandemia cresce l’interesse degli investitori
Nonostante la pandemia, i criteri ESG sono ancora una priorità delle agende degli investitori istituzionali, al momento incentrate sulle ripercussioni che il Covid-19 ha avuto sui mercati. Così emerge da un nuovo studio, dal titolo “Resetting the agenda – How ESG is shaping our future” condotto dall’Economist Intelligence Unit e commissionato da UBS Asset Management intervistando 450 investitori istituzionali.
Investimenti ESG: performance migliorano anche durante la pandemia
Dal report emerge che la maggior parte degli intervistati (74%) ritiene che i propri investimenti integrati con i criteri ESG abbiano avuto una migliore performance finanziaria rispetto a quelli tradizionali già nei tre anni precedenti al 2020.
Fin da inizio 2020, si stima che i driver per un’ulteriore integrazione dei criteri ESG siano cambiati, in scia alle ampie conseguenze della pandemia di Covid-19. Il miglioramento dei rendimenti è sicuramente uno dei primi tre driver, ma l’attenuazione della recessione indotta dalla crisi innescata dal Covid-19, menzionata dal 26% degli intervistati, si aggiudica il primo posto della lista dei driver.
Tre quarti degli investitori intervistati concordano sul fatto che la pandemia ha acuito il loro interesse per i criteri ESG, e non sorprende che gli afflussi verso gli investimenti sostenibili dovrebbero continuare a crescere nei prossimi 3-5 anni. In termini di fattori ESG considerati, si notano delle piccole differenze tra le aree oggetto della ricerca per gli investitori dell’Asia-Pacifico le problematiche sociali (53%) ricoprono un’importanza più elevata rispetto ad altri Paesi, mentre in Nord America i fattori ambientali (60%) e di governance (61%) detengono il primato.
Gli investitori del Nord America sembrano essere in vantaggio rispetto a quelli di altri Paesi in termini di integrazione dei criteri ESG, tanto che il 41% ha già integrato il 50% delle proprie masse in gestione con i criteri ESG, rispetto a un quarto in Asia-Pacifico e al solo 18% in Europa. I timori relativi al programma di sostenibilità si riflettono nelle tematiche sulle quali gli intervistati intendono investire. Delle prime cinque, quattro sono collegate alla protezione dell’ambiente – energia rinnovabile ed efficienza energetica, adattamento e mitigazione del cambiamento climatico, prevenzione e controllo dell’inquinamento e gestione sostenibile delle risorse idriche e delle acque reflue.