Fed, Powell: su shutdown ‘maggior parte Pil perso sarà recuperata’. Ma occhio ad alert Ufficio budget Congresso
Federal Reserve più colomba, mette il freno al percorso rialzista dei tassi: non tanto per fare un favore al presidente americano Donald Trump, che più volte si è opposto alla politica monetaria dello stesso timoniere dell’istituto Jerome Powell, che proprio lui ha nominato. Il motivo è nel rallentamento dell’economia, non solo Usa, e in una inflazione che rimane grande latitante. I tassi vengono lasciati fermi al range compreso tra il 2,25% e il 2,5%: range in cui, secondo diversi analisti, a questo punto potrebbero essere lasciati invariati per ancora molto tempo.
Dal comunicato ufficiale del Fomc – il braccio della politica monetaria della Fed – emerge anche che la frase secondo cui ulteriori rialzi dei tassi sarebbero stati probabilmente garantiti (dai fondamentali economici), è stata cancellata. Si legge, piuttosto, che la banca centrale americana “sarà paziente, mentre valuta quali futuri aggiustamenti all’obiettivo sul range dei tassi sui fed funds possano essere appropriati”.
La stessa valutazione della crescita economica Usa, presente nel comunicato del Fomc, è stata abbassata a “solida” da “forte” mentre, riguardo all’eterna difficoltà dell’inflazione di alzare la testa, si legge che gli indici relativi “sono scesi negli ultimi mesi”.
Nel comunicato, ancora, è stata rimossa la frase che parla di “rischi bilanciati”.
Nella conferenza stampa successiva all’annuncio del Fomc, Powell conferma che “i presupposti per alzare i tassi si sono in qualche modo indeboliti”.
Oltre a rassicurare i mercati sulla pausa nel percorso delle strette monetarie, Powell cerca di tranquillizzare i cittadini americani – e il mondo intero – sugli effetti che lo shutdown governativo più lungo della storia americana – che si è concluso alla fine della scorsa settimana, con la minaccia tuttavia che ne venga iniziato un altro – avrà sulla crescita economica italiana.
A suo avviso, l’economia americana recupererà la maggior parte del Pil perso durante lo shutdown:
“Ci sarà una sorta di impronta sul Pil del primo trimestre – ha detto. In ogni caso, “se non ci sarà un altro shutdown, la maggior parte della crescita andata persa verrà recuperata nel secondo trimestre”.
Non sono assolutamente confortanti, nel frattempo, le stime diramate dall’Ufficio bipartisan del bilancio del Congresso Usa, il Congressional Budget Office che, in un report diffuso lo scorso lunedì, ha scritto di ritenere che lo shutdown abbia detratto $11 miliardi dall’economia americana, sia per la mancata produzione dei dipendenti federali che sono rimasti a casa, sia per le spese del governo che sono state per forza di cose posticipate, sia per il calo della domanda. Ancora, secondo il CBO almeno tre miliardi di attività economica sono andati persi per sempre.
Powell ha ribadito che un impatto dello paralisi governativa sarebbe rilevante nel caso di uno shutdown più duraturo o nel caso di un secondo shutdown. In quel caso, “ci sarebbe una perdita di fiducia nella nostra capacità di fare politica in Usa”, ha osservato.