Fed tra riduzione bilancio e nuovo sentiero rialzo tassi
Federal Reserve pronta ad avviare la normalizzazione del bilancio, lievitato in area 4.500 miliardi di dollari. La riunione del Federal Open Market Committee (FOMC), che sfocerà oggi con l’annuncio di politica monetaria delle 20:00 (ora italiana) e la conferenza stampa di Janet Yellen, dovrebbe sancire l’inizio dell’iter di riduzione del bilancio che, come da attese, dovrebbe procedere al ritmo di 10 miliardi di dollari in meno al mese. “Quest’inizio di contrazione del bilancio avrà effetti significativamente superiori alle attese, sulla liquidità in dollari nel sistema e il cost of funding – rimarca Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners – e questi effetti si dispiegheranno col tempo, cosi come fu col tapering. Unico caveat, supponendo che la riduzione inizi a ottobre, questa avverrà in concomitanza con il drenaggio dli liquidità dovuto all’aumento di emissione di T-Bills che segue il rinvio del Debt ceiling, per la ricostituzione delle disponibilità del Tesoro US sul conto deposito FED”.
Tassi rimarranno fermi, ma occhio a grafico Dot Plot
Non è attesa alcuna novità sul fronte tassi di interesse, che rimarranno nel range 1-1,25%. Il mercato però attende con ansia le indicazioni del Committee sul percorso dei tassi, ovvero le inflation projection ma soprattutto la Dot Plot, contente le previsioni dei singoli membri sui Fed Funds.
Il dubbio del mercato è se la banca centrale statunitense confermerà o meno l’intenzione di effettuare un terzo rialzo al FOMC di dicembre. Le ultime Dot Plot incorporavano ancora una possibilità al 70% di un ulteriore rialzo dei tassi entro fine anno. Le Dot Plot indicavano anche 3 rialzi l’anno prossimo e un terminal rate poco sotto il 3%. Ora il mercato prezza uno scenario decisamente più conservativo con circa il 50% di probabilità ad un rialzo a dicembre e impiega fino a maggio 2018 per scontarlo interamente, mentre il terminal rate è indicato intorno a 1,7%.
“A bocce ferme – argomenta Giuseppe Sersale – non c’è alcun motivo per Yellen e C. di legarsi le mani segnalando dubbi sul rialzo a dicembre e/o una robusta revisione del percorso di normalizzazione. L’economia sta dando segnali confortanti, l’ultimo dato di inflazione ha temporaneamente messo fine al deterioramento del trend (e gli uragani spingeranno al rialzo l’headline), i mercati sono sui massimi e le condizioni finanziarie ultra accomodanti”.
Yellen “costretta” a mediare in vista di scadenza mandato
Non va dimenticato che il mandato della Yellen scade il prossimo febbraio “e potrebbe cercare di facilitare la sua rielezione mostrando un atteggiamento particolarmente prudente a Trump, che ha già detto di gradire una Fed favorevole ai tassi bassi“, sottolinea Sersale.
Sotto osservazione anche la possibile reazione del dollaro Usa, con cross eur/usd tornato sopra 1,20. Se la Fed manterrà la previsione di un terzo rialzo entro fine anno, il biglietto verde con ogni probabilità si rafforzerà. “L’entità del rafforzamento – rimarca la Forex Flash di Intesa Sanpaolo – dipenderà anche dalle eventuali indicazioni di rischio che la Fed fornirà. Simmetricamente, se la Fed dovesse invece rimuovere il terzo rialzo di quest’anno, il dollaro scenderebbe nuovamente. Il calo dovrebbe essere comunque reversibile. Rilevante sarà infatti anche il nuovo sentiero dei rialzi attesi successivamente: attualmente la Fed ne prospetta tre nel 2018”.