Impennata estiva dell’inflazione mette a dura prova le convinzioni Bce
L’inflazione dell’area euro balza ai massimi a dieci anni e mette a dura prova la convinzione in seno alla Bce che un picco post-Covid delle pressioni sui costi dovrebbe rivelarsi temporaneo.
I prezzi al consumo dell’area euro sono aumentati del 3% annuo ad agosto, superando le previsioni di consensus Bloomberg e attestandosi ai top ultradecennali. L’inflazione core, che elimina elementi volatili come energia e cibo, ha raggiunto l’1,6%, il livello più alto dal 2012.
Una crescita alimentata da fattori una tantum. La salita dei prezzi al consumo è sostenuta dalla tempistica delle vendite estive, che sono state ritardate l’anno scorso a causa della pandemia. Inoltre, incide anche l’aumento dell’IVA in Germania. I numeri rilasciati oggi dall’Eurostat “faranno sudare le mani, ma non ha fornito molte prove di un’inflazione più elevata strutturale”, argomenta Bert Colijn, senior economist di Ing, che però vede tali movimenti come temporanei, mentre l’aumento dell’inflazione dei servizi è stato molto più contenuto, dallo 0,9 all’1,1%. L’esperto di Ing non ritiene quindi che tale sviluppo dell’inflazione andrà a influenzare la BCE verso una posizione più aggressiva in vista della riunione del 10 settembre.
Cosa aspettarsi dal meeting Bce di settembre
A luglio il presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ripetutamente affermato che la Bce non agirà sull’inflazione temporanea. La BCE ritiene che l’inflazione rallenterà l’anno prossimo. Il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ha detto ieri che non vede alcun rischio di surriscaldamento dei prezzi. Le recenti dichiarazioni di Philip Lane e Isabel Schnabel hanno inoltre sottolineato proiezioni di inflazione molto al di sotto del 2% nel 2022 e nel 2023.
Guardando alla riunione della prossima settimana, è quindi difficile immaginare che la BCE cambierà qualcosa nella sua comunicazione.
Ieri la Germania ha registrato il tasso di inflazione più alto a 13 anni (+3,4%). Come rimarca Bloomberg, l’inflazione importata in Germania, la più grande economia della regione, è addirittura al 15%. I rivenditori di tutta la regione delle 19 nazioni prevedono di aumentare i prezzi nei prossimi tre mesi e i consumatori si sono già adeguati, dicendo che hanno meno probabilità di effettuare acquisti importanti nel prossimo anno.
In Italia, il ritmo di crescita dei prezzi ha raggiunto il 2,6%, il più veloce dal 2012 e mezzo punto al di sopra della previsione mediana degli economisti.