Notiziario Notizie Altri paesi Europa Investitori in fuga dalla Romania, panico borsa Bucarest. Governo propone tassa su ‘avidità’ contro banche

Investitori in fuga dalla Romania, panico borsa Bucarest. Governo propone tassa su ‘avidità’ contro banche

20 Dicembre 2018 15:38

Oltre che della manovra del governo M5S-Lega e dell’Italia che è riuscita a scongiurare la procedura di infrazione per debito eccessivo, in Europa in queste ore si parla anche della Romania e delle misure draconiane che sono state annunciate dal governo. Misure che stanno zavorrando sia l’azionario che i bond governativi del paese.

Alle prese con un deficit che rischia di violare i limiti imposti dall’Unione europea, il ministro delle Finanze Eugen Teodorovici ha presentato un pacchetto di misure “forti”, tra cui una tassa sul settore bancario, che è controllato prevalentemente da banche straniere. Obiettivo: raccogliere un extra gettito di 10 miliardi di lei (l’equivalente di $2,5 miliardi).

Il piano prevede una ulteriore tassazione anche sulle aziende attive nel settore energetico e delle tlc e una iniziativa per rivedere il sistema pensionistico rumeno.

Immediato l’alert del presidente Klaus Iohannis, che ha lanciato un appello al governo controllato dai socialdemocratici affinché riconsideri una mossa che viene giudicata anche da molte associazioni di settore illogica e avventata.

“Questa mossa mostra chiaramente che c’è un problema nei conti pubblici – ha detto il presidente Iohannis nella giornata di ieri – La conclusione è che lo Stato non ha soldi, non sa come reperirli e dunque si ingegna a creare tutte le tasse possibili”.

Bloomberg segnala che il settore bancario rumeno è controllato soprattutto da istituti occidentali, tra cui UniCredit, Société Générale, Erste Group.

La tassa sugli asset bancari – che è stata battezzata tassa sull’avidità dal ministro delle Finanze Teodorici – permetterebbe allo Stato di raccogliere 3,6 miliardi di lei nel corso del 2019. L’intento è quello di proteggere i cittadini da eventuali costi bancari più alti, che potrebbero scattare se i tassi interbancari superassero la soglia dell’1,5%.

Ma, come ha fatto notare a Bloomberg Eugen Sinca, economista presso Erste Group Bank, “il timing – le misure potrebbero diventare operative all’inizio del 2019 – e la loro portata potrebbero avere un effetto dirompente sul sistema finanziario così come sui mercati dell’energia, delle utility e telecom“.

Far dipendere una tassa finanziaria agli sviluppi del mercato interbancario “potrebbe inoltre mettere in pericolo il controllo della banca centrale sulla politica monetaria”.

Forti gli smobilizzi che si sono abbattuti, in particolare nella giornata di martedì, sull’azionario e il mercato del reddito fisso della Romania. Le vendite sul debito sovrano hanno portato i tassi sui bond rumeni decennali a balzare in una sola sessione di oltre +30 punti base, al record in più di tre anni, al 5% circa.

Molto male anche l’azionario, con la borsa di Bucarest che ha visto l’indice di riferimento BET Index capitolare dell’11,8%, al record dal 2009.