La crisi non ferma i Paperoni nel mondo: patrimonio cresce e sfiora gli 80mila mld$, Usa batte Asia
La crisi non ferma i Paperoni che continuano ad aumentare e vedono lievitare i loro patrimoni che si sono avvicinati alla cifra di 80mila miliardi di dollari. In particolare, la popolazione globale degli High Net Worth Individual (HNWI) ha mostrato una crescita del 6,3% nel 2020, superando la soglia dei 20 milioni, mentre il loro patrimonio è aumentato del 7,6% e punta dritto per la soglia degli 80.000 miliardi di dollari. In Italia, gli HNWI sono più di 300.000, cresciuti del 9,2% rispetto al 2019, con un patrimonio che ha raggiunto i 593 miliardi (+2,3%).
Favorito dal rialzo dei mercati azionari e dagli stimoli introdotti dal governo, il Nord America ha superato l’area dell’Asia-Pacifico, diventando la regione leader nel 2020 sia in termini di numero che di ricchezza degli HNWI. Sono alcune evidenze che emergono dall’ultimo ‘World Wealth Report (WWR)‘ firmato da Capgemini, giunto alla 25esima edizione, che come di consueto passa al setaccio e analizza l’evoluzione della ricchezza globale nell’ultimo anno, oltre a trend ed evoluzione degli HNWI nell’ultimo quarto di secolo.
Nel 2020 il segmento ultra-HNWI ha trainato la crescita complessiva della popolazione e della ricchezza degli HNWI, aumentate rispettivamente del 9,6% e del 9,1%, mentre i milionari “next door” e quelli “mid-tier” hanno registrato numeri inferiori, con una crescita della popolazione intorno al 6% e della ricchezza di circa l’8%. Secondo il report, il più longevo del settore e uno dei più autorevoli in tema di wealth management, negli ultimi 25 anni gli HNWI sono diventati più attenti ai loro investimenti e sono ora alla ricerca di migliori e più ampi servizi di consulenza. Con i player del settore tech che continuano ad affacciarsi all’universo della gestione patrimoniale, i wealth manager devono puntare sempre di più sulla tecnologia e su modelli di business iper-personalizzati. Se da un lato la pandemia di COVID-19 ha provocato il terzo shock economico mondiale del 21esimo secolo, quanto appreso dalla bolla tecnologica del 2002 e dalla crisi finanziaria globale del 2008 evidenzia la tendenza degli HNWI a gestire in autonomia i propri investimenti in un mercato rialzista, per poi richiedere nuovamente servizi di advisory durante le fasi di crisi e di volatilità di mercato.
Cambiamenti di settore e clientela alimentano la diversificazione nella gestione patrimoniale
Con l’attuale impennata del mercato azionario, gli HNWI stanno anche cercando di diversificare il loro portafoglio. Dal report emerge che gli investimenti sostenibili sono in crescita, con il 43% degli ultra-HNWI e il 39% di quelli sotto i 40 anni propensi a richiedere uno score ESG per i prodotti loro offerti. Il 72% degli HNWI intervistati afferma inoltre di aver investito in criptovalute e il 74% in altri asset digitali come domini web o app. Le SPAC (special purpose acquisition company) stanno diventando più popolari, mentre gli NFT (non-fungible token) stanno lentamente guadagnando credibilità. Anche l’aumento degli investimenti retail senza commissioni ha attirato l’interesse degli HNWI, con il 39% che vorrebbe attività di trading prive di commissioni, un servizio attualmente non offerto dalle società di gestione patrimoniale a cui si rivolgono.