La Grecia esce ufficialmente dal sostegno straniero dopo 8 anni di crisi
Dopo otto anni di assistenza oggi la Grecia esce ufficialmente dal terzo e ultimo piano di sostegno da 86 miliardi di euro per ricominciare a finanziarsi da sola sui mercati. Dall’aprile 2010 ad oggi il paese ha ricevuto complessivamente oltre 260 miliardi di euro di aiuti finanziari in cambio di una pesante politica di austerità. Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, ha accolto questo evento come “una nuova pagina per il paese”.
Per facilitare il suo ritorno sui mercati, i ministri delle Finanze della zona euro hanno raggiunto a fine giugno un accordo di alleggerimento del debito della Grecia (Leggi QUI). L’intesa concede ad Atene di iniziare a rimbosare una parte dei prestiti ricevuti in questi anni a partire dal 2032 e non più dal 2022, nonostante la contrarietà della Germania. A patto però di una continua stretta sorveglianza da parte dei creditori. E così dopo l’Irlanda, la Spagna, il Portogallo e Cipro, la Grecia è l’ultimo paese membro dell’Unione europea a uscire dalla tutela dei creditori.
In questi anni di profonda crisi, la Grecia ha perso un quarto della sua ricchezza, la disoccupazione si è alzata fino al 28% e i salari sono stati ridotti di circa il 40%. Secondo l’Fmi, che ha partecipato finanziariamente ai primi due piani di aiuto ma non al terzo, il debito greco è sostenibile nel medio termine, ma sul lungo periodo ci sono ancora dei dubbi. Tuttavia si intravede qualche segnale di miglioramento: nel 2017 il Pil ellenico è cresciuto dell’1,4% e quest’anno dovrebbe segnare una espansione dell’1,9% per poi accelerare ancora nel 2019 a un +2,3%.