La pandemia è un eldorado per i miliardari: ricchezza ai massimi dopo il Covid-19
La quota di ricchezza detenuta dai miliardari a livello globale è salita a livelli record durante l’emergenza Covid-19, almeno stando a quanto riporta nella sua ricerca annuale il World Inequality Lab fondato dall’economista francese Thomas Picketty.
Circa 2750 ultraricchi controllano il 3,5% della ricchezza globale, una percentuale che ha avuto la sua crescita significativa (+1%) dal 1995 ad oggi proprio nel periodo successivo allo scoppio della pandemia. Con una crescita delle disuguaglianze e delle difficoltà, rivelatasi ancor più marcata nei Paesi in via di sviluppo rispetto a quelli avanzati. In molte parti del mondo, il 10% delle persone più ricche controllano dal 60 all’80% della ricchezza totale.
Il report tuttavia fa degli importanti distinguo geografici. L’America latina e il Medio Oriente sono le aree in cui il 10% della popolazione detiene oltre il 75% della ricchezza complessiva. Non molto distanti troviamo poi la Russia e l’Africa subsahariana. Un barlume di speranza arriva dalla nostra Europa, che si afferma come la regione più equa a livello globale: qui infatti i ricavi della fetta di popolazione meno abbiente sono più alti che in qualsiasi altra parte del mondo.
Lucas Chancel, uno degli autori dello studio, ha evidenziato come nel 2020, anno di pandemia, la ricchezza dei più ricchi sia cresciuta di 3600 miliardi di euro, una cifra pari a quella spesa dai governi di tutto il mondo per fronteggiare il contagio. E tutto questo mentre in molti sono finiti in estrema povertà proprio a causa della crisi sanitaria in atto.
Ciò che ha contenuto l’aumento delle disuguaglianze sociali nel Vecchio Continente, secondo la ricerca, sono state le politiche fiscali messe in campo a sostegno del lavoro. Un’arma indispensabile a disposizione dei governi di tutto il pianeta, per evitare che la pandemia si trasformi in un affare ghiotto per i miliardari a scapito dei ceti sociali medio-bassi.