La proposta degli economisti franco-tedeschi: creare asset sicuri che siano un’alternativa ai bond sovrani
Mentre l’Italia va al voto, Francia e Germania studiano nuovi modi per rendere l’Eurozona più forte. L’impressione è che l’asse franco-tedesco si stia rafforzando, e che il piano del presidente francese Emmanuel Macron, che da mesi chiede il via a nuove riforme che rafforzino il blocco, sia tenuto in alta considerazione da Bruxelles.
In attesa che qualcosa si muova, 14 economisti tra francesi e tedeschi si sono dati già da fare, presentando un paper di ben 33 pagine per riformare l’Europa.
E’ improbabile che il paper venga ignorato, sia da Parigi che da Francoforte. Tra gli autori del paper, ci sono infatti Clement Fuest, responsabile dell’Ifo Institute e Beatrice Weder di Mauro, ex membro del Consiglio degli esperti economici del governo tedesco.
Tra i francesi, spiccano Jean Pisani-Ferry, principale architetto – così come lo definisce Politico – della campagna presidenziale di Macron, e Philippe Martin, professore di economia presso Sciences Po, ed ex consigliere del presidente francese.
Il messaggio del paper è chiaro: riuscire a conciliare la disciplina fiscale (tema caro ai falchi tedeschi) con la condivisione dei rischi (posizione sostenuta dai francesi).
Gli economisti affermano insomma che “le debolezze che persistono nel sistema bancario devono essere affrontate. Ciò significa limitare l’ammontare dei debiti sovrani che le banche possono detenere nei loro bilanci; ridurre gli stock degli NPL, e completare lo schema di garanzia sui depositi bancari, che aiuterebbe a evitare una eventuale corsa agli sportelli in casi di crisi”.
“Non c’è tempo da perdere – si legge ancora nel paper- perchè nessuno sa quando arriverà la prossima crisi finanziaria e, anche se l’economia sta vivendo una fase di veloce ripresa, l’Eurozona rimane vulnerabile”.
Prima cosa, dunque – invocano gli economisti – è risolvere i problemi del sistema bancario dell’Eurozona. E qui entra in gioco l’Italia, o meglio arriva per l’Italia, prossima al voto, una vera e propria doccia fredda:
I 14 economisti appoggiano infatti la linea del presidente della Bundesbank Jens Weidmann sui bond sovrani, sottolineando che la garanzia sui depositi bancari -ultimo tassello per il completamento dell’Unione bancaria – dovrebbe essere accompagnata dalla fissazione di una soglia massima sulla quantità di titoli pubblici dei propri paesi verso cui le banche possono essere esposte.
Gli esperti parlano anche della possibilità che, a fronte di una eventuale maggiore quota di debiti sovrani detenuta, la banca interessata sia costretta ad aumentare il proprio patrimonio.
“Un tale meccanismo avrebbe l’obiettivo di rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito sovrano del loro paese d’origine”.
Le proposte non si fermano qui: gli economisti chiedono alle autorità europee di creare un organo indipendente di supervisione fiscale e anche “asset sicuri” che possano offrire agli investori un’alternativa ai bond sovrani, e che possano sostituire gli stessi nei bilanci delle banche.
“Realizzare queste riforme cambierebbe le regole del gioco per l’Eurozona, migliorando in modo significativo la sua stabilità finanziaria, la coesione politica e riuscendo ad assicurare la prosperità a tutti i suoi cittadini, affrontando allo stesso tempo le priorità e le preoccupazioni dei paesi membri“.
Gli economisti ritengono che ci sia inoltre la necessità di apportare modifiche alle regole sui deficit, semplificandole e rendendole più credibili.
Invece di focalizzarsi sui deficit, gli autori sono dell’idea che i governi dovrebbero piuttosto conformarsi a regole severe sulla spesa pubblica.
Altra riforma auspicata è quella forse più controversa, in quanto gli economisti chiedono che venga messo a punto un chiaro meccanismo legale che permetta ai paesi insolventi di ristrutturare i propri debiti.