Libra: la criptovaluta di Facebook rischia di essere un grande flop. Mastercard, Visa & Co si sfilano
Prima l’annuncio in pompa magna e ora la grande fuga. Dopo PayPal, ora è il turno di Mastercard, Visa e eBay che dicono addio al progetto Libra di Facebook. A riportarlo il WSJ secondo cui a preoccupare tali società i forti timori espressi dalle banche centrali nei confronti della criptovaluta di Mark Zuckerberg e i continui attacchi da parte delle istituzioni. Ma ripercorriamo brevemente i fatti.
Libra: il progetto di Facebook che rivoluziona il sistema dei pagamenti
A giugno il social network più famoso al mondo ha annunciato l’avvio a giugno del 2020 di Libra. “Aspiriamo a rendere facile per tutti inviare e ricevere soldi proprio come si usano le nostre app per condividere istantaneamente messaggi e foto”aveva spiegato Zuckerberg sottolineando come attualmente “ci sono circa un miliardo di persone che non hanno un conto in banca ma hanno un cellulare” ed è a questa grossa fetta di persone vuole arrivare Zuckerberg con Libra. Libra in sostanza è una moneta digitale con la quale si potranno pagare servizi e prodotti on line in maniera semplice e veloce, dalla corsa su Uber all’abbonamento di Spotify, fino alla possibilità di comprare su Instagram o inviare soldi ad un parente. Il tutto poggia “sulla tecnologia blockchain: una tecnologia decentrata – che è gestita da molte organizzazioni diverse invece di una sola – rendendo il sistema più equo in generale” con una crittografia “che aiuta a mantenere al sicuro i tuoi soldi”. Le ambizioni di Zuckerberg però vanno ben oltre i pagamenti visto che, testuali parole, “nel tempo, speriamo di offrire più servizi per le persone e le imprese, come pagare le bollette pigiando un pulsante, comprare il caffè con la scansione di un codice, o cavalcare il transito pubblico locale senza aver bisogno di portare soldi o un passo metro”. A gestire la criptovaluta è Libra Association, un gruppo di 27 aziende, associazioni non profit e istituzioni accademiche con sede a Ginevra in Svizzera. Tra i componenti oltre ai citati Mastercard, Visa, e PayPal, anche operatori tlc come Iliad e Vodafone, business tecnologici come Booking, Uber, eBay, Lyft e Spotify, fino a specialisti di blockchain come Coinbase e Xapo.
I timori e le grandi dipartite
Ma fin dal suo annuncio, il progetto di Facebook ha sollevato problemi e preoccupazioni specie da parte delle Banche centrali. “Progetti come quello di Facebook sono però un utile campanello d’allarme per i regolatori e le autorità pubbliche. Dobbiamo muoverci più rapidamente di quanto abbiamo fatto finora” ha sostenuto
Benoit Coeure dell’Executive Board della BCE. Anche il ministro francese delle finanze Bruno Le Maire ha precedentemente affermato che “è fuori questione” che la Libra sia autorizzata “a diventare una moneta sovrana. Non può e non deve accadere” fino ai regulators della Gran Bretagna che hanno evidenziato problemi relativi alla protezione della privacy. La criptovaluta di Facebook inoltre è già finita nel mirino dell’Antitrust di Bruxelles che ha il sospetto che il progetto possa creare ostacoli alla concorrenza nei confronti degli altri sistemi di pagamenti. Anche negli Usa il progetto Libra ha causato più di un mal di pancia sia nel Congresso che all’interno della Federal Reserve arrivando al presidente Usa Donald Trump. Insomma problemi su problemi che hanno spinto prima PayPal e ora anche Mastercard e Visa seguite da eBay, assieme a Stripe e Mercado Pago ad abbandonare Libra. Un brutto colpo per Zuckerberg, che il prossimo 23 ottobre sarà in audizione dinanzi alla Commissione servizi finanziari statunitense proprio per spiegare come funzionerà Libra.