May propone a Ue vera Brexit solo nel 2021: fino a quell’anno UK nel mercato unico. Camere Commercio chiedono di più
“Staremo lasciando l’Unione europea, ma non stiamo lasciando l’Europa”. Theresa May parla nell’aula magna della ex Scuola Marescialli dei Carabinieri, nel complesso di Santa Maria Novella a Firenze. E presenta quelle che sono le sue proposte per rendere esecutiva la volontà dei cittadini britannici che, il 23 giugno del 2016, hanno votato a favore della Brexit.
La proposta fondamentale è quella con cui la premier britannica chiede un periodo di transizione di due anni, il che praticamente significa che la Brexit, nel caso in cui Bruxelles dovesse dire di sì, si concretizzerà solo nel 2021, e non il 29 marzo del 2019, giorno con cui si completerebbero i due anni richiesti dall’Articolo 50 del Trattato di Lisbona per materializzare l’addio.
May preferisce prendere tempo, ben consapevole dello stallo in cui versano le trattative che sono iniziate con Bruxelles tre mesi fa circa.
In termini commerciali, ciò significa che il Regno Unito, dietro l’ok dell’Unione europea, potrebbe rimanere nel mercato unico europeo fino al 2021. Allo stesso tempo, il paese dovrebbe continuare a osservare la normativa Ue fino a quell’anno, così come dovrebbe onorare i suoi impegni finanziari in merito al budget Ue che scade nel 2020.
In questo periodo di transizione, i cittadini dell’Ue potrebbero recarsi nel Regno Unito per vivere e lavorare, ma dovrebbero registrare la loro presenza, secondo la proposta della premier.
Ma se May chiede tempo, ancora di più lo chiede Adam Marshall, direttore generale delle Camere di Commercio UK che, sulla scia di quanto auspica la premier, sottolinea che il periodo di transizione dovrebbe durare non due, ma tre anni “dalla data della nostra uscita formale dall’Ue”. Questo, al fine di consentire alle aziende (britanniche) più tempo per prepararsi all’accordo finale”.
Il discorso della premier britannica contiene anche altre promesse:
“Il Regno Unito – dice – è impegnato in modo incondizionato a preservare la sicurezza dell’Europa. E continuerà a offrire aiuto e assistenza agli stati membri Ue che siano vittime di aggressione armata, di terrorismo e di disastri naturali o provocati dall’uomo”.