Mercati, alla ricerca della resilienza: i consigli di PIMCO
Le incertezze del quadro macroeconomico, la guerra e le strette monetarie pongono gli investitori di fronte a sfide ardue per i prossimi anni. L’obiettivo di ognuno, in questo senso, dovrebbe essere quello di raggiungere la resilienza inseguendo i mantra della diversificazione, selezione attiva degli asset e capacità analitica di un contesto in rapida evoluzione. A evidenziarlo è il Secular outlook realizzato da Andrew Balls, CIO Fixed Income di PIMCO, presentato ieri in una conferenza stampa dedicata e dettagliata.
“Il mondo si sta frammentando. La fratturazione era già in corso con l’ascesa della Cina al ruolo di primario soggetto economico e geopolitico e l’atteggiamento scettico nei suoi confronti da parte dei governi occidentali – ha esordito l’esperto – La guerra in Ucraina e le misure adottate per rispondervi stanno ampliando le fratture geopolitiche e potrebbero accelerare il passaggio da un mondo unipolare a uno bipolare o multipolare. Nel nostro Secular Outlook 2022 “Raggiungere la resilienza” trattiamo di questa e di altre fondamentali tendenze che interessano l’economia, i mercati nonché la politica monetaria e fiscale a livello globale e si riflettono nelle nostre previsioni sulle prospettive nell’orizzonte a cinque anni che indirizzano il nostro posizionamento di portafoglio. Questa è una sintesi delle nostre view”.
“Ravvisiamo un elevato rischio di recessione nell’orizzonte dei prossimi due anni alla luce del maggior potenziale di turbolenze sul versante geopolitico, dell’inflazione ostinatamente alta che riduce il reddito reale disponibile delle famiglie e della determinazione delle banche centrali a concentrarsi prima di tutto sulla lotta all’inflazione, che in aggiunta al netto inasprimento delle condizioni finanziarie già osservato aumenta il rischio di incidenti finanziari – ha evidenziato Andrew Balls sul medio termine – Inoltre, quando arriverà l’eventuale prossima recessione ci aspettiamo che la risposta monetaria e fiscale sarà più contenuta e ritardata in confronto alle ultime recessioni, quando l’inflazione non era una preoccupazione e i debiti pubblici e i bilanci delle banche centrali erano meno ingrossati. Sebbene per molte ragioni riteniamo improbabile che sarà profonda come la Grande Recessione del 2008 o un repentino stop come la crisi del COVID nel 2020, la prossima recessione potrebbe però essere più prolungata e/o la successiva ripresa potrebbe essere più fiacca per una risposta meno vigorosa da parte di banche centrali e governi”.
“In un mondo più diviso, crediamo che governi e imprese punteranno sempre più alla sicurezza e alla resilienza – ha proseguito il manager di PIMCO – Con il rischio di conflitto militare divenuto più reale dopo l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, molti governi – soprattutto in Europa ma anche altrove – hanno annunciato piani di aumento delle spese per la difesa e degli investimenti negli ambiti della sicurezza sia energetica che alimentare. Molte imprese si adoperano per sviluppare filiere produttive più resilienti attraverso la diversificazione globale, il ricollocamento degli impianti in aree più vicine al mercato domestico e in paesi amici. Iniziative di questo tipo erano già in corso a seguito delle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina e dopo che la pandemia di COVID ha dimostrato la fragilità di catene del valore tortuose, ed è probabile che si intensificheranno dato il contesto geopolitico di maggiore insicurezza. Inoltre, in risposta ai rischi legati al clima e alla crisi del COVID, la maggior parte dei governi e molte imprese hanno già incrementato le iniziative di mitigazione e adattamento al riscaldamento globale e quelle volte a migliorare la sicurezza sanitaria di cittadini e dipendenti”.
“Guardando al futuro, anziché fare la corsa ai rendimenti crediamo che nella costruzione dei portafogli gli investitori si adopereranno per ottenere allocazioni più robuste e rafforzare la resilienza a fronte di un contesto di maggiore incertezza per la volatilità macroeconomica e di mercato, nonché più incerto sul versante del sostegno da parte delle banche centrali – ha sottolineato ancora l’esperto – Da parte nostra, punteremo a potenziare la resilienza dei portafogli che gestiamo per conto dei clienti e a trarre benefici nelle fasi di volatilità dei mercati. Le valutazioni di partenza – anche dopo la debolezza osservata sui mercati degli attivi nei recenti mesi – e le nostre previsioni di un contesto macroeconomico e di mercato più volatile inducono ad attese realistiche di rendimenti contenuti sui mercati degli attivi nell’orizzonte secolare.
“Ciò detto, i rendimenti degli indici di riferimento delle obbligazioni core si sono ripresi dai minimi dell’epoca COVID e nel nostro scenario di base riteniamo che i mercati a termine scontino già quello che verosimilmente sarà il valore massimo dei tassi ufficiali per i diversi paesi nell’orizzonte secolare, o valori prossimi ad esso – ha proseguito sull’obbligazionario – Prevediamo rendimenti positivi per la maggior parte degli indici di riferimento obbligazionari nell’orizzonte secolare e gli investimenti in obbligazioni, a livelli di rendimento più elevato, dovrebbero svolgere un ruolo importante nel conferire resilienza in portafogli diversificati”.
“Crediamo che le strategie di credito privato possano essere un interessante complemento alle allocazioni nel credito sui mercati pubblici, benché osserviamo degli eccessi in alcuni di questi spazi. Intendiamo privilegiare il credito societario di qualità superiore e punteremo a offrire liquidità, anziché domandarla, in periodi di tensione sui mercati del credito – ha concluso Andrew Balls – A fronte di maggiori pressioni inflazionistiche, riteniamo che i titoli del Tesoro americano indicizzati all’inflazione (TIPS), le materie prime e investimenti globali selezionati indicizzati all’inflazione offrano una copertura di prezzo ragionevole. Anche l’immobiliare può fungere da copertura dall’inflazione soprattutto nei segmenti del multifamiliare e del self-storage, in cui le locazioni sono in genere di durata inferiore all’anno. Crediamo che verosimilmente i mercati azionari offriranno in prospettiva minori rendimenti per gli investitori rispetto a quelli del periodo successivo alla crisi finanziaria globale e questo avvalora la nostra focalizzazione sulla qualità e l’importanza di un’attenta selezione. Ci aspettiamo che i mercati emergenti offrano valide opportunità ma sottolineiamo l’importanza della selezione attiva capace di distinguere i probabili vincitori dai perdenti in contesti d’investimento difficili”.