Mercato auto ancora giù in Europa a febbraio e ora incombe anche il coronavirus. Fca resta nel vortice delle vendite
Mentre in Europa le principali case automobilistiche chiudono gli impianti (lo ha fatto Fca, ma anche Renault e Psa e da ultime le tedesche Daimler e Volkswagen ) di fronte all’emergenza e paura per la diffusione del coronavirus, arrivano gli ultimi aggiornamenti dall’Acea che presenta i dati sulle immatricolazioni di febbraio. Con un mercato ancora debole, che stenta a decollare e su cui si allunga sempre più l’ombra del Covid-19. Già marzo si prospetta come un mese davvero difficile per mercato delle quattro ruote.
La contrazione a febbraio
Ancora una contrazione per il mercato dell’auto in Europa a febbraio. Dopo la flessione di oltre il 7% registrata a gennaio, le immatricolazioni totali (UE+Efta+UK) hanno mostrato a febbraio un calo del 7,2% a 1.066.794 veicoli. Il consuntivo del primo bimestre chiude a quota 2.202.010 con un calo del 7,3% sullo stesso periodo del 2019 determinato soprattutto dalla debolezza della domanda dei privati fortemente incerti per la scelta del tipo di alimentazione. “Ovunque si registra un forte interesse per le soluzioni a zero impatto che tuttavia si accompagnano a incrementi di immatricolazioni forti, in termini di percentuali, ma infimi, in valori assoluti”, sottolineano gli esperti del Centro Studi Promotor (CSP), analizzando i dati di febbraio.
“Spartiacque tra l’auto prima del coronavirus e l’auto dopo il coronavirus”
Anche in questo inizio del 2020 il risultato dell’area è stato dettato principalmente dall’andamento dei cinque maggiori mercati in cui si concentra il 68,9% delle immatricolazioni. Nei primi due mesi del 2020 il risultato peggiore riguarda proprio il più importante dei mercati maggiori, quello tedesco che, dopo l’eccellente risultato del 2019, accusa un calo del 9%. Più o meno analoga la situazione della Francia (-7,8%) e dell’Italia (-7,3%), mentre la Spagna accusa un calo del 6,8% e il Regno Unito del 5,8%.”Il consuntivo dei primi due mesi del 2020 – ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – passerà comunque alla storia come lo spartiacque tra l’auto prima del coronavirus e l’auto dopo il coronavirus. L’impatto della pandemia sarà estremamente duro in marzo e nei mesi successivi fino alla fine dello stato di allarme ed interesserà tutti i mercati dell’area”.
L’auto elettrica ai blocchi di partenza ma…
Il Centro Studi Promotor si sofferma anche sul tema dell’auto elettrica e scrive: “In tutti i paesi le associazioni rappresentative dei produttori e anche quelle dei consumatori chiedono l’adozione di incentivi per le auto ecologiche (dall’eliminazione dell’Iva sulle elettriche ad altre forme di interventi) e chiedono anche un maggior impegno per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica, dato che l’offerta di auto elettriche è ora molto ampia ed in grado di soddisfare una gamma molto grande di esigenze”. Il Salone di Ginevra avrebbe dovuto rappresentare proprio la consacrazione della svolta irreversibile verso l’elettrico. L’appuntamento a Ginevra è saltato per l’incombere della pandemia di coronavirus, ma secondo il CSP la scelta dell’elettrico è ormai irreversibile in tutti i mercati dell’area e per tutti i produttori presenti.
Fca, quota di mercato stabile a febbraio
Immatricolazioni in calo, ma con un rallentamento meno marcato rispetto al mercato per Fca. Il gruppo italo-americano ha archiviato il mese passato con una contrazione del 6,9% nell’Unione Europea+Efta+Uk a quota 74.852 veicoli venduti, mentre la quota di mercato è restata stabile al 7 per cento. Il consuntivo del primo bimestre è stato chiuso con una flessione del 6,6%. Nel mese ribassi a due cifre per Jeep che ha segnato un -32,6% e per Alfa Romeo a -21,5%, mentre Fiat strappa un +1,6 per cento. Tra le altre case automobilistiche Volkswagen ha terminato il mese in calo del 4,4%, le francesi REnault e Psa hanno mostrato un calo rispettivamente del 14,3% e dell’8,5%, mentre Daimler e Bmw hanno messo a segno rispettivamente un -11,9% e un +2,1%.
Emergenza anche in Borsa
L’emergenza coronavirus si fa sentire anche in Borsa. Anche oggi l’indice Stoxx Europe 600 Automobiles & Parts è in rosso, con un calo di oltre il 2 per cento. E in questo scenario non riesce a rialzare Fca, con il titolo che oggi perde ancora circa il 5% a 6,52 euro. Le quotazioni sono quindi più che dimezzate rispetto ai massimi del novembre 2019 quando il titolo Fca si era spinto fino a 14,78 euro a seguito dell’annuncio delle negoziazioni per una fusione alla pari con il gruppo PSA. La capitalizzazione è scivolata sotto il muro dei 10 miliardi di euro. Sotto la lente del mercato c’è anche un possibile slittamento dei tempi per la fusione.