Mercato dell’auto in Europa: giugno e semestre ancora in crescita, attenzione però al confronto con 2019
Il mercato dell’auto resta sotto i fari questa settimana. Dopo l’annuncio della Commissione europea che ha presentato nei giorni scorsi il suo piano green ‘Fit for 55‘ che prevede lo stop alle vendite in Europa di auto diesel e benzina dal 2035, sono arrivati gli aggiornamenti mensili sulle immatricolazioni di auto in Europa a giugno e nella prima parte dell’anno. Secondo i dati diffusi dall’Acea stamattina, nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) il mese di giugno è stato archiviato con 1.282.503 veicoli immatricolati, mostrando una crescita del 13,3 per cento. Nel primo semestre del 2021 sono state, invece, immatricolate sempre nell’Europa Occidentale 6.486.351 autovetture con un aumento del 27,1% rispetto al primo semestre del 2020.
Un risultato ribaltato se si confronta con il 2019
Il Centro studi promotor (Csp) invita però ad analizzare bene i dati, spiegando che questo forte incremento non deve però trarre in inganno sullo stato di salute del mercato automobilistico. “La reale situazione del mercato automobilistico nel primo semestre di quest’anno emerge invece chiaramente confrontando i dati delle immatricolazioni con quelli dell’ultimo primo semestre ‘normale’ che è stato quello del 2019. Rispetto a questo periodo le immatricolazioni di autovetture del gennaio-giugno 2021 fanno registrare un calo del 23%.
Osservando le performance dei principali Paesi europei nel confronto con il 2019, resta complicato anche il quadro dell’Italia che tuttavia è il paese che accusa il calo più contenuto (-18,3%). “La ragione del minor impatto delle attuali difficoltà sulle immatricolazioni di auto nel nostro Paese è il fatto che nel primo semestre sono entrati in vigore incentivi anche per vetture tradizionali con emissioni non superiori a 135 gr/km di CO2”, spiega Csp sottolineando che questi incentivi hanno dato un contributo apprezzabile alle vendite. Si temeva che con il loro esaurirsi le immatricolazioni potessero crollare nel secondo semestre, ma questa eventualità dovrebbe essere scongiurata con il rinnovo (con qualche modifica) degli incentivi all’acquisto di auto anche per la seconda metà del 2021.
Stellantis cresce in Europa, ma meno del mercato
Stellantis cresce in Europa, ma a un ritmo inferiore rispetto al mercato. Il gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa ha chiuso il mese di giugno con 258.657 vetture immatricolate, in rialzo dell’11,5% rispetto all’analogo periodo nel 2020 (il mercato ha messo a segno un rialzo di oltre il 13% nelle stesso mese). La quota di mercato è invece in lieve discesa, passando dal 20,5% all’attuale 20,1 per cento. È questa la fotografia che emerge dai dati diffusi dall’Acea. Tra i singoli brand le migliori performance sono state messe a segno da DS (+37%), Jeep (+33,8%) e Opel/Vauxhall (+26,7%). Se si osservano le performance dei primi sei mesi dell’anno, Stellantis ha registrato un aumento del 32,1% a quota 1.378.773 veicoli, con una quota di mercato che è salita dal 20,5% al 21,3 per cento.
Tra le principali case automobilistiche, il gruppo Volkswagen ha terminato il mese di giugno in rialzo del 22,5%, mentre la francese Renault ha segnato una contrazione del 17,9% e la tedesca Daimler ha perso circa l’11,3 per cento.
Le novità in Europa
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, l’annuncio arrivato dall’Unione Europea di voler vietare la vendita di auto ad alimentazione tradizionale a partire dal 2035 non pare fatto per portare serenità al settore dell’auto e agli automobilisti. “L’impegno per realizzare questo obiettivo, che sarà veramente efficace soltanto se l’Unione Europea riuscirà a convincere il resto del mondo a fare altrettanto (il che è tutt’altro che certo), sarà colossale perché occorrerà comunque sostenere l’industria dell’auto chiamata ad investire ancora pesantemente”, afferma Quagliano che aggiunge che “occorrerà creare un’efficiente e capillare rete di ricarica per le auto elettriche che dovrà dopo il 2035 convivere a lungo con i distributori di carburanti tradizionali per le auto non elettriche e si dovrà affrontare un problema occupazionale”.