No deal Brexit: cosa cambierà se il Regno Unito uscirà da Ue senza accordo, ecco come prepararsi al peggio
Possibile carenze di medicinali e dispositivi medici, oltre che disservizi nei pagamenti e sospensione dei contratti di assicurazione. Per la prima volta il governo inglese ha stilato una serie di avvertimenti su come prepararsi a una no-deal Brexit, ossia a un’uscita del paese dal blocco europeo senza l’accordo che regoli le relazioni future con la Ue. Si tratta dei primi 25 punti, che includono banche, nucleare, commercio e medicinali, di una guida dettagliata composta da 80 note tecniche che verranno diffuse tra agosto e settembre per gestire al meglio l’eventualità di un mancato accordo con Bruxelles.
Uno scenario ritenuto improbabile, considerati gli interessi reciproci che sono in gioco. Nei giorni scorsi Michel Barnier, l’incaricato Ue per la Brexit, e il suo omologo inglese Dominic Raab (che ha rimpiazzato lo scorso luglio David Davis) hanno deciso che le trattative proseguiranno “in maniera continua” con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro l’autunno, così da lasciare ai rispettivi parlamenti il tempo necessario per ratificare i testi in vista della data del 29 marzo quando scatterà ufficialmente la Brexit. In autunno quindi si capirà meglio se questi preparativi dovranno essere seguiti o meno.
Ecco cosa potrebbe cambiare per imprese e cittadini inglesi in caso di una Brexit senza accordo:
– Banche e servizi finanziari
I cittadini inglesi che vivono nell’Ue potrebbero dover affrontare spese più elevate e possibili interruzioni dei servizi finanziari. Le banche europee, se vorranno continuare a operare nel Regno Unito, dovranno munirsi di autorizzazioni temporanee per almeno tre anni dopo la Brexit. Viceversa gli istituti della City dovranno ottenere un “passaporto” per continuare a vendere servizi e prodotti in Europa. Ancora non si sa cosa accadrà invece ai contratti transfrontalieri, in particolare ai contratti di assicurazione, che una Brexit senza accordo potrebbe rendere nulli.
– Commercio e Dogane
Senza un accordo, “la libera circolazione delle merci tra Regno Unito e Unione europea cesserebbe”, ha avvertito il governo inglese. Il consiglio per le aziende, quindi, è quello di iniziare a mettersi in regola con permessi di importazione, licenze e altri documenti che diventerebbero essenziali per gli scambi tra i due blocchi. Anche il sistema del pagamento dell’Iva sulle merci alla frontiera potrebbe essere eliminato o sostituito con un nuovo meccanismo per evitare attività fraduolente.
– Nucleare
Le aziende potrebbero aver bisogno di ottenere licenze specifiche per importare ed esportare materiali nucleari da e verso la Ue, al contrario di quanto avviene oggi. L’attività di controllo e regolamentazione verrebbe trasferita dall’Euratom (organizzazione paneuropea) all’Office for Nuclear Regulation, l’ufficio inglese per il regolamento nucleare.
– Medicinali
Il governo inglese ha consigliato alle case farmaceutiche di accumulare almeno sei settimane di fornitura aggiuntiva di medicinali entro il prossimo 29 marzo, così da avere le scorte iniziali nel caso in cui le importazioni con l’Ue diventassero più complesse e lunghe. Per i farmaci con una vita a scaffale breve, che non possono essere accumulati, devono essere organizzati piani per trasportarli via aerea dall’Europa.
– Fondi e aiuti umanitari
Le organizzazioni umanitarie del Regno Unito non potranno più accedere ai fondi europei e rischiano di perdere anche i finanziamenti già in parte ricevuti, con conseguenze pesanti per i progetti di sviluppo. Per cercare di tamponare la situazione, il governo inglese suggerisce di interrompere qualsiasi richiesta di finanziamento dalla Ue.