Notiziario Notizie Altri paesi Europa Patrice Lescaudron, cinque anni di prigione all’ex gestore Credit Suisse che ha rubato 47 milioni di franchi ai clienti

Patrice Lescaudron, cinque anni di prigione all’ex gestore Credit Suisse che ha rubato 47 milioni di franchi ai clienti

9 Febbraio 2018 11:17

Le sue proprietà – oltre alla sua reggia in Svizzera, valutata 2,4 milioni di franchi svizzeri, ci sono anche due appartamenti in un resort in Sardegna, l’equivalente di $10 milioni in asset e altri milioni vari sotto forma di commissioni percepite illegalmente – saranno confiscate. Ma per Patrice Lescaudron, ex gestore di Credit Suisse, il colpo di grazia è arrivato oggi, con la decisione dei tre giudici di un tribunale di Ginevra di condannarlo a cinque anni di carcere.

Si chiude così il processo contro il gestore del colosso bancario svizzero, accusato di aver commesso uno dei crimini finanziari peggiori della storia della Svizzera, attraverso uno schema che gli ha permesso di derubare i suoi clienti di 47 milioni di franchi svizzeri, tra commissioni e operazioni di trading non autorizzate. La cifra è stata comunicata dalla stessa Credit Suisse, che si è dichiarata parte lesa.

Un ricco bottino che, fino a quando ha potuto, Lescaudron si è goduto al massimo, con spese folli che sono culminate nell’acquisto di gioielli del valore di quasi 1 milione di dollari per sua moglie.

Tra le vittime di Lescaudron c’è anche l’ex primo ministro della Georgia, Bidzina Ivanishvili, il cui conto è stato praticamente dilapidato dal gestore, che aveva orchestrato uno schema non solo per arricchirsi, ma anche per coprire le perdite in cui nel frattempo incappava. 

Iniziato a metà gennaio, il processo ha raccolto l’attenzione mediatica di tutto il mondo. Francese, 54 anni, Lescaudron si è dichiarato colpevole dei crimini commessi di fronte alla corte e ai suoi ex clienti presenti.

Non sono mancate le lacrime durante il processo; come quelle di Olga Korbatova, sua ex cliente russa e imprenditrice nel settore delle bibite analcoliche. Scossa dall’emozione, Korbatova ha raccontato alla corte come fosse rimasta scioccata quando venne informata della maxi frode di Lescaudron, per la prima volta, nel 2015.

La donna ha detto che aveva riposto una fiducia assoluta sia in Credit Suisse che in Lescaudron, che si era offerto di aiutarla a cercare investitori per la sua start-up attiva nel settore biotech.

Mi fidavo di Credit Suisse – ha detto durante la sua testimonianza, rilasciata settimane fa durante il processo – perchè era Credit Suisse“.

Tra i testimoni anche Basile Samarine, responsabile della divisione di wealth management dell’area Russia-CSI della banca: Samarine ha ricordato come Lescaudron fosse stato battezzato anche “star” della finanza, nel momento in cui divenne responsabile della gestione dei conti che appartenevano ad alti funzionari russi.

Tra i suoi clienti c’era anche l’ex senatore russo Vitaly Malkin.

Ancora, racconta Samarine, Lescaudron non aveva avuto alcuna esperienza nel settore bancario prima di essere assunto da Credit Suisse nel 2004.

Nonostante questo, venne reputato l’unico banchiere adatto a occuparsi del desk Russia e della gestione dei facoltosi clienti, vista “l’onestà e l’integrità” che gli erano state riconosciute dalla divisione di Credit Suisse, a Zurigo (città dove il gigante svizzero ha la sua sede).

Bloomberg  fa notare intanto che, se il verdetto può forse rappresentare una sorta di atto finale per la vicenda personale del banchiere, per Credit Suisse la sentenza potrebbe essere solo l’inizio.

“Diversi sono stati i tentativi delle vittime di Lescaudron di spostare il dibattito (da Lescaudron) verso quella che hanno definito la negligenza di Credit Suisse, che non è riuscita a scoprire i crimini commessi nella sua divisione”.

In realtà, il giudice Alexandra Banna ha rigettato le richieste, ma i legali si starebbero preparando – riporta Bloomberg – a una nuova ondata di cause, questa volta direttamente contro il gigante svizzero.

A tal proposito Alexander Lindemann, avvocato svizzero che rappresenta due clienti russi che hanno perso milioni a causa della frode del banchiere, ha fatto notare che Credit Suisse “non si è mai scusata per quanto è accaduto, e ha assunto una persona (Lescandrou) che non aveva alcuna esperienza, dandogli nell’arco di pochi anni in gestione un portafoglio di più di 1 miliardo. Sono stati loro a creare il caos“.

Prima di iniziare a prestare servizio per il colosso bancario, nel 2004, il condannato aveva lavorato per dieci anni nel settore retail e dei profumi. E la percezione tra chi punta il dito anche contro l’istituto è che l’incarico di gestire i conti milionari gli fosse stato assegnato solo perchè aveva vissuto per qualche anno a Mosca.

E nel frattempo è lo stesso Malkin, ex senatore russo ora finanziere, che ha perso 15 milioni di franchi svizzeri, a voler portare in tribunale Credit Suisse. Anche lui, 65 anni, ha riferito alla corte di essere stato molto irritato per le mancate scuse da parte di una banca che lui credeva essere una sorta di “Dio”. “Non avevo avuto nessun dubbio sulle attività di Credit Suisse, fino al 2015. E ho sbagliato”.