Per i Paperoni bussola resta orientata su azioni: ottimisti nel lungo periodo nonostante scenario Covid-19
Gli investitori e gli imprenditori facoltosi non voltano le spalle al mercato azionario, anzi mostrano un certo ottimismo nel lungo periodo nonostante la brusca contrazione della fiducia nel breve termine a causa dello scoppio della pandemia di coronavirus. In particolare, secondo quanto il quadro che emerge dalla ricerca trimestrale globale di Ubs, condotta su un campione di 4.108 investitori e imprenditori facoltosi in 14 mercati nel mese di aprile, circa metà degli intervistatati non intende stravolgere i propri portafogli azionari ma mantenerli a livelli invariati nei prossimi sei mesi, mentre c’è una percentuale pari al 37% che prevede di incrementare l’esposizione. Circa il 23% ritiene che questo sia un momento favorevole per acquistare azioni, a fronte di un 61% che ravvisa opportunità di acquisto in caso di un’ulteriore contrazione dei mercati azionari del 5-20%.
In generale, anche tra gli imprenditori aleggia un certo ottimismo sulle prospettive a più lungo termine, mostrando il persistente desiderio di investire nelle proprie società. Il 61% esprime fiducia verso la propria azienda, in diminuzione dal 73% della ricerca precedente. Il 27% prevede di aumentare le assunzioni, contro il 17% che vorrebbe ridimensionare. Il divario tra chi pianifica di assumere o di ridimensionare è apparso più ampio in America Latina (+22 punti percentuali) e più contenuto in Svizzera (+2 punti percentuali). Tanto gli investitori quanto gli imprenditori hanno menzionato il Covid-19 al centro delle loro preoccupazioni, rispettivamente con il 57% e il 60% degli intervistati.
Cosa pensano gli investitori Usa vs quelli europei in tema di azioni
Dall’indagine condotta da Ubs emerge che solo il 35% degli investitori statunitensi ha una visione rialzista sulle azioni a stelle e strisce per i prossimi sei mesi, in calo dal 64% di tre mesi fa. Gli investitori a stelle e striscie sono, tuttavia, i più propensi a ravvisare opportunità di acquisto in questa fase (33%). Con una percentuale pari al 40% è convinto che l’impatto peggiore del Covid-19 sarà esaurito entro fine giugno, mentre il 28% guarda piuttosto a fine settembre. Per quanto riguarda gli investitori europei il 46% è fiducioso nei confronti delle azioni del Vecchio Continente, in calo dal 57%, mentre il 43% prevede di aumentare la propria esposizione (più di qualsiasi altra regione). Il 41% è convinto che il peggio delle conseguenze del Covid-19 sarà finito entro fine giugno, la seconda percentuale più alta a livello mondiale.
E nel breve?
Discorso a parte nel breve termine, con la percentuale di investitori fiduciosi che è diminuita maggiormente negli Stati Uniti, dal 68% al 30%, mentre in Europa (Svizzera esclusa) è emersa una contrazione meno marcata, dal 58% al 50%. In Asia è scesa dal 71% al 55%, in America Latina dal 60% al 49%, mentre in Svizzera dal 47% al 28%.
“Il 96% degli investitori a livello mondiale afferma che il Covid-19 ha influito sul loro stile di vita. Più della metà sta mettendo in pratica il distanziamento sociale, evitando assembramenti e spostamenti”, ha dichiarato Paula Polito, vicepresidente di divisione, Ubs Global Wealth Management, aggiuggendo, tuttavia, che “le opinioni sui tempi di superamento del culmine della crisi divergono: un terzo parla di giugno, un terzo dell’autunno e un terzo della fine dell’anno o anche oltre”.