Petrolio cauto, oggi domina appuntamento Opec+
Movimenti improntati alla cautela quelli del petrolio in attesa della riunione dell’Opec+ per decidere il da farsi sull’offerta di petrolio relativa al mese di novembre mentre sale la pressione di alcuni paesi che spingono per un aumento della produzione sulla scia del recente rally dei prezzi. In alcune parti del mondo, la domanda di petrolio sta recuperando, infatti, più velocemente di quanto anticipato.
Oggi il Wti (riferimento Usa) cede lo 0,25% ma si mantiene sopra la soglia di 75 dollari al barile mentre il Brent indietreggia dello 0,10% a 79,2 dollari. I prezzi del petrolio sono aumentati a causa delle interruzioni lungo le catene di approvvigionamento e dell’aumento della domanda globale, spingendo il Brent la scorsa settimana sopra gli 80 dollari a un massimo di quasi tre anni. Secondo Fitch Solutions, “la natura irregolare della ripresa post-pandemia manterrà in gioco le incertezze sul lato della domanda, dando origine alla volatilità del prezzo del petrolio”. Nel mese di luglio, l’Opec+ ha raggiunto un accordo per aumentare l’offerta di 400.000 barili al giorno, ogni mese, almeno fino all’aprile del 2022, rilasciando così sul mercato quei 5,8 milioni di barili al giorno che erano stati precedentemente tagliati, per risollevare i prezzi, caduti con la pandemia Covid-19. Quattro fonti dell’Opec+ hanno detto che “l’aumento dei volumi è stato considerato come uno scenario, senza fornire dettagli, dato il contesto di forte inflazione energetica”, ricordano gli analisti di Equita indicando che alla luce della recente impennata del prezzo di petrolio e gas, c’è la possibilità che l’Opec+ possa aumentare ulteriormente la produzione.
L’ipotesi corrente sul prezzo del Brent per le stime degli utili da parte di Equita è per il 2021 pari a 65 dollari al barile, 2022-23 pari a 70 dollari al barile. Nel settore i titoli preferiti dalla sim milanese sono Eni e Galp fra le integrate e Tenaris nel segmento dei servizi. La decisione dell’OPEC+ di continuare con gli incrementi esistenti sarà probabilmente di sostegno ai prezzi del petrolio nell’immediato, mentre qualsiasi ulteriore aumento della produzione potrebbe mantenere i prezzi sotto pressione affermano da ING. Gli ultimi dati dalla Russia mostrano che la produzione di greggio e condensato nel paese è aumentata di circa il 2,7% mensile a settembre 2021. A livello tecnico, Pierre Veyret, analista tecnico di ActivTrades, spiega che “la situazione di medio termine rimarrà rialzista finché i prezzi rimarranno al di sopra della loro zona di supporto immediata 72,55-73,50 dollari”.