Pil Ocse -9,8% in II trim: con lockdown da COVID crollo ‘senza precedenti’ che fa impallidire crisi 2008
Un crollo “senza precedenti”. E’ quello che è stato sofferto dalle economie dei paesi dell’area Ocse nel secondo trimestre di quest’anno, a causa delle misure di contenimento-lockdown lanciate per contenere la diffusione della pandemia da coronavirus. Un crollo “senza precedenti”, che fa impallidire quella contrazione che l’economia dell’area soffrì nel cuore della crisi finanziaria innescata nel 2008, di poco superiore al -2,3%, registrata nel primo trimestre del 2009. L’entità del tonfo è da brivido, pari a -9,8% nel periodo aprile-giugno e su base trimestrale. Le stime sono provvisorie.
Il crollo più forte, tra le principali sette economie, è stato quello del Regno Unito, pari a -20,4%.
In Italia il Pil ha sofferto un tonfo del 12,4%, in Germania del 9,7%, in Canada del 12%, dopo i cali rispettivi, nel primo trimestre, del 5,4%, del 2,1% e del 2%. In Francia, dove le misure di lockdown sono state tra le più severe, il Pil è scivolato del 13,8%, dopo il -5,9% dei tre mesi precedenti. Nel complesso, l’economia dell’Eurozona è scesa del 12,1%.
L’associazione parigina ha commentato i numeri affermando che “l’enorme flessione subita dal Pil nel secondo trimestre è stata scatenata “dalle misure di contenimento adottate nel mondo a partire dal marzo del 2020”. Inevitabili le ripercussioni, se si considera che l’adozione di questi provvedimenti si è tradotta nella chiusura di fabbriche, uffici e negozi, nella contrazione del commercio globale e dei consumi, e in perdite di posti di lavoro in tutto il mondo.
Il dato è ancora più drammatico se si considera che le economie dell’Ocse, insieme ai loro partner, rappresentano l’80% del commercio e degli investimenti globali.
Negli Stati Uniti, dove diversi stati hanno lanciato a fine marzo le misure di contenimento in stile ‘Stay-at-home’ (state a casa), il Pil del secondo trimestre è crollato del 9,5%, dopo la contrazione dell’1,3% dei tre mesi precedenti.
In Giappone, dove il lockdown è stato meno severo che in altri paesi dell’area Ocse, la caduta è stata pari a -7,8%, successiva al calo del prodotto interno lordo dello 0,6% del primo trimestre.
Su base annua, il Pil dell’area Ocse si è contratto del 10,9% nel secondo trimestre del 2020: anche in questo caso, il Regno Unito si è confermato maglia nera, con un crollo del 21,7%.
Intanto, nell’annunciare che il meeting di Davos, che di consueto si tiene nei mesi di gennaio, Adrian Monck, managing director degli Affari pubblici del WEF (World Economic Forum) ha commentato che “prendere questa decisione non è stato semplice, visto il bisogno urgente che i leader globali si riuniscano per indicare un cammino di ripresa comune e dar forma a un ‘Grande Reset’ nell’era post COVID-19.
La riunione di Davos era stata programmata inizialmente per il gennaio del 2021.