Finanza Notizie Mondo Ricchi mai così ricchi: patrimonio complessivo dei miliardari al massimo storico nel 2017

Ricchi mai così ricchi: patrimonio complessivo dei miliardari al massimo storico nel 2017

26 Ottobre 2018 16:17

Ricchi sempre più ricchi. Nel 2017 il patrimonio dei miliardari ha registrato il maggior incremento di sempre, aumentando del 19% a 8.900 miliardi di dollari, ripartiti tra 2.158 individui. Questo emerge dal rapporto annuale Billionaires Insights pubblicato oggi da UBS e PwC: New visionaries and the Chinese Century, giunto alla sua quinta edizione.

I miliardari self made, dice il rapporto, sono stati gli artefici dell’80% delle 40 innovazioni più rivoluzionarie degli ultimi 40 anni. Nel 2017, 199 persone sono diventate miliardarie grazie alla propria iniziativa imprenditoriale, tra questi ci sono visionari in campi come blockchain, prestiti peer-to-peer, genomica ed energia verde. Ma è soprattutto la next generation che influenza la nuova agenda della ricchezza. È cominciato un importante processo di trasferimento della ricchezza. Ci sono 701 miliardari di età superiore ai 70 anni il cui patrimonio nei prossimi 20 anni passerà agli eredi e a organizzazioni filantropiche (probabilità statistica in base all’aspettativa di vita media). Questo dato equivale a quasi il 40% dell’attuale ricchezza globale dei miliardari (3.400 miliardi di dollari). I miliardari più giovani sono il motore della crescita dei settori della filantropia e degli investimenti sostenibili, perché utilizzano il proprio patrimonio per generare un impatto sociale positivo. Più di un terzo (38%) dei family office si dedica agli investimenti sostenibili e quasi la metà (45%) prevede di aumentare i propri investimenti sostenibili nei prossimi 12 mesi.

In Italia ci sono 43 miliardari

E in Italia? Nel 2017 il numero totale di miliardari italiani è cresciuto da 42 a 43. Di questi il 47% è rappresentato da self made man che oggi detengono il 54% della ricchezza complessiva di questo gruppo. La ricchezza di questi miliardari è cresciuta del 12%, a 170,4 miliardi di dollari. Quali i settori di attività dei miliardari nostrani? Nel 2017 i tre settori di attività dei miliardari italiani sono stati soprattutto i beni di consumo/vendite al dettaglio, seguito dal settore industriale e da quello dei servizi finanziari.

Gli altri dati emersi nel rapporto

“Stiamo assistendo a una nuova ondata di imprenditorialità a livello globale guidata da miliardari all’avanguardia nell’innovazione” commenta Paolo Federici, UBS Global Wealth Management Italy Market Head. “Oltre a creare posti di lavoro e prosperità, le loro iniziative hanno un impatto che va al di là dell’economia. Sta emergendo, infatti, una nuova generazione che vede un’opportunità nelle principali sfide ambientali e sociali alle quali l’umanità deve far fronte. In particolare, i miliardari asiatici sono giovani e incontenibili. Trasformano continuamente le loro aziende, sviluppano nuovi modelli di business ed entrano rapidamente in nuovi settori. Si sono in gran parte fatti da sé e sono determinati a sfruttare uno dei momenti migliori nella storia per la nuova imprenditorialità e a contribuire a un cambiamento positivo della società” ha concluso Federici.

Dal rapporto emerge inoltre che in linea generale è la regione delle Americhe quella che ospita ancora la maggior concentrazione di ricchezza nelle mani di miliardari, che negli Stati Uniti è cresciuta del 12% a 3.100 miliardi di dollari, grazie soprattutto ai contributi dei settori tecnologico e dei beni di consumo/vendite al dettaglio. Ma la creazione di ricchezza sta rallentando, dato che negli Stati Uniti i nuovi miliardari sono stati solo 53 nel 2017, rispetto agli 87 di cinque anni fa. Nell’area EMEA la ricchezza è aumentata del 17%, a 2.500 miliardi di dollari, un risultato attribuibile in gran parte all’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. Il numero di miliardari nella regione è infatti cresciuto solo del 7%. Il 20% di loro risiede in Germania, il 16% in Russia, il 7% in Italia, il 6% in Svizzera e il 52% in altri paesi EMEA.