Riforma fiscale Usa passa al Senato, Trump gongola anche per il flop ABC su Flynn
I repubblicani del Senato hanno approvato la riforma fiscale degli Stati Uniti, ma la partita non è affatto chiusa. La proposta passata al Senato è infatti diversa da quella che ha ricevuto il via libera dalla Camera: ciò significa che i repubblicani dovranno riuscire a mettere da parte le loro divergenze, e a formulare un unico piano di riforma del fisco su cui il presidente Donald Trump potrà apporre finalmente la propria firma.
Trump ha salutato con favore il voto, scrivendo in un tweet che i repubblicani sono “a un passo dal garantire tagli delle tasse massicci”, ed esprimendo contestualmente il suo desiderio di firmare il disegno di legge entro Natale.
“Il voto per tagliare le tasse è un voto che mette al primo posto l’America (put America first). E’ arrivato il momento di prenderci cura dei nostri lavoratori, di proteggere le nostre comunità, di ricostruire il nostro grande paese”, ha scritto il presidente.
Tuttavia le crepe interne al Partito repubblicano sono sotto gli occhi di tutti: l’approvazione, al Senato, è avvenuta praticamente per un soffio, visto che a favore della proposta hanno votato a favore 51 repubblicani su 49, dopo che diversi membri del partito sono stati costretti a rimettere le mani sulla proposta nella giornata di giovedì.
Stando al trend dei futures, con quelli sul Dow Jones che salgono fin oltre +200 punti, Wall Street sta accogliendo comunque con favore la notizia, riprendendosi dalle perdite di venerdì scorso, quando l’ABC ha reso noto, sulla base di indiscrezioni, che l’ex Consigliere alla Sicurezza Nazionale Michael Flynn- che ha ammesso di aver mentito all’Fbi – era pronto a testimoniare di aver contattato l’ambasciatore russo per ordine di Trump, durante i giorni della campagna elettorale, per discutere di alcune questioni, tra cui la possibilità, per gli Usa, di lavorare insieme alla Russia contro l’ISIS.
ABC è stata poi costretta a ritrattare, affermando che la probabile testimonianza di Flynn avrebbe riguardato un ordine che Trump aveva dato non durante la campagna elettorale, ma dopo le elezioni, dunque quando Trump era diventato già presidente degli Stati Uniti.
Il flop sta avendo ripercussioni enormi sulla credibilità dei media, in un momento in cui tra l’altro è caccia alle fake news.
Trump ha subito tratto vantaggio dall’errore, rivolgendosi ai cittadini americani, e scrivendo su Twitter che “chi ha perso soldi quando l’azionario (Dow Jones) è crollato di 350 punti (venerdì) sulla base della storia falsa e disonesta di Brian Ross di ABC News (che è stato sospeso) dovrebbe considerare l’idea di rivolgersi a un avvocato e fare causa alla ABC per i danni che la notizia ha provocato—molti milioni di dollari!”.