Scudo anti-spread, ecco come funzionerà il salva BTP. La Bce divide l’Eurozona in paesi donatori, destinatari e neutrali
Impedire che gli spread e i tassi si infiammino oltre un certo livello, facendo fluire i soldi da Nord a Sud, dai paesi virtuosi come Francia, Olanda e Germania, verso i paesi indebitati Italia, Grecia, Spagna, Portogallo. Sarebbe questa la sostanza dello strumento anti-frammentazione dell’euro a cui la Bce di Christine Lagarde starebbe lavorando, stando alle indiscrezioni riportate in via esclusiva dall’agenzia di stampa Reuters.
Uno strumento anti-frammentazione meglio noto, nel caso dell’Italia, come scudo anti-spread, o anche scudo salva BTP dunque salva euro.Non è un mistero che, a causa dell’elevato debito pubblico, l’Italia continui a preoccupare sia i mercati che le istituzioni europee.
Obiettivo dello scudo: controllare per l’appunto gli spread, impedire che nell’area euro, nel pieno della metamorfosi della politica monetaria della Bce, da una impostazione ultra dovish (troppo dovish?) a una bruscamente hawkish (troppo hawkish?), e a fronte del ritiro del QE tradizionale con cui per anni sono stati blindati i titoli di stato del blocco (BTP in primis), nell’Eurozona esploda una crisi dei debiti sovrani 2.0.
Un assaggio di ciò che una politica monetaria più restrittiva potrebbe fare all’area euro è arrivato d’altronde appena poche settimane fa, dopo lo shock del Bce-Day, quando Lagarde ha parlato in modo solo vago dell’impegno a evitare la frammentazione finanziaria nell’area euro, annunciando invece un rialzo dei tassi di 25 punti base da parte della Bce a luglio, uno successivo a settembre che potrebbe essere anche più aggressivo, e altre strette monetarie, andando in avanti, al fine di sconfiggere l’accelerazione dell’inflazione.
L’esito di questa riunione del Consiglio direttivo dello scorso 10 giugno è stato a dir poco catastrofico: gli investitori hanno tartassato di sell i debiti sovrani considerati più vulnerabili, quelli di Italia e Grecia in primis, scatenando un’impennata dei tassi dei BTP decennali fin oltre la soglia del 4%, nel caso dell’Italia.
Il panico è rientrato solo con la una riunione di emergenza indetta dalla Bce per porre fine al collasso, non solo di titoli di stato, ma anche dell’azionario.
In occasione del Forum delle banche centrali organizzato dalla Bce a Sintra, in Portogallo, Lagarde è poi tornata a parlare di tassi affrontando, sebbene senza esporsi troppo, anche lo strumento contro il rischio di frammentazione finanziaria dell’Eurozona.
La presidente dell’Eurotower non si è tuttavia sbilanciata, limitandosi a dichiarazioni del tipo: “il nuovo strumento sarà efficace, proporzionato e conterrà salvaguardie sufficienti per preservare la spinta degli stati membri verso una politica fiscale solida”.
Reuters descrive oggi il piano anti-spread della banca centrale, sottolineando che la Bce “ha diviso i 19 paesi membri dell’Eurozona in tre gruppi: donatori, destinatari degli aiuti e neutrali“: una differenzianzione effettuata sulla base del valore degli spread (nel caso dell’Italia spread BTP-Bund) e sulla velocità con cui gli stessi sono saliti nelle ultime settimane.
Le indiscrezioni sono emerse in occasione del forum annuale delle banche centrali di Sintra, i cui lavori, iniziati nella giornata di lunedì 27 giugno, sono terminati ieri, 29 giugno.
Gli spread, come si sa, sono i differenziali tra i tassi dei singoli paesi e i tassi tedeschi.
Tra i paesi donatori ci sarebbero Francia, Olanda e Germania, tra i paesi destinatari comparirebbero Italia, Spagna, Grecia, Portogallo.
Il meccanismo per il controllo degli spread sarebbe il seguente: la Bce canalizzerebbe verso i paesi destinatari parte del cash ricevuto con i bond tedeschi, olandesi, francesi, giunti a scadenza, nell’ambito del programma PEPP, ovvero QE pandemico.
Il nuovo strumento è stato concepito in quanto la Bce si sarebbe resa conto che, anche se effettuati in modo flessibile, i reinvestimenti dei proventi nell’ambito del PEPP non sarebbero sufficienti a blindare i BTP e i bond sovrani più vulnerabili.
E’ la stessa Reuters che scrive tuttavia come proprio questo schema finisca con il tornare a dividere l’area euro in due blocchi:
i paesi della periferia e i paesi core, con tanto di linea di demarcazione tra paesi virtuosi e non.
Dai rumor è emerso anche che gli aiuti non avverrebbero in modo incondizionato: i paesi beneficiari del bazooka riceverebbero gli aiuti – nel senso che la Bce acquisterebbe i loro titoli di stato – una volta fatti determinati compiti.
Questi compiti potrebbero essere stabiliti dalla Commissione europea, sulla base delle raccomandazioni economiche o fiscali già emanate. Oppure, potrebbe essere la stessa Bce a lanciare una valutazione sulla sostenibilità dei debiti dei paesi interessati, così, hanno riportato le fonti a Reuters, come avvenne con la Grecia qualche anno fa.