Smart working per sempre? Google dice sì ma con stipendio più basso (se vivi fuori città)
I dipendenti di Google che decidono di lavorare da casa dovranno scendere a compromessi in termini di stipendio. Infatti, stando a un calcolatore dello stipendio predisposto dal colosso di Mountain View, i dipendenti potranno valutare gli effetti del lavoro in remoto o in ufficio.
Nel dettaglio a rischiare tagli della busta paga, anche consistenti, sono i lavoratori di Google che scelgono di lavorare da casa in modo permanente e vivono in zone meno costose di quelle in cui si trovano gli uffici dell’azienda. Come farà Google a decidere eventuali tagli degli stipendi? Ci penserà il nuovo strumento di localizzazione del lavoro che mostra ai dipendenti gli adeguamenti salariali che possono aspettarsi di ricevere se decidono di trasferirsi o richiedere un lavoro completamente remoto. “Il nostro nuovo strumento per il calcolo dello stipendio è stato sviluppato per aiutare i dipendenti a prendere decisioni informate su quale città o stato da cui lavorano e qualsiasi impatto sull’indennizzo se scelgono di trasferirsi o lavorare da remoto”, rimarca un portavoce di Google.
Come slevagto dall’agenzia Reuters, che ha visionato il calcolatore interno di Google, i dipendenti che in precedenza hanno viaggiato da Stamford, nel Connecticut, a un’ora di treno da New York, potrebbero vedere i loro stipendi ridotti del 15% se scelgono di continuare a lavorare da casa senza cambiare indirizzo. Invece, i dipendenti che vivono nei cinque distretti di New York e scelgono di lavorare da casa a tempo indeterminato non vedrebbero alcun taglio salariale. Differenze del 5% e del 10% sono previste nelle aree di Seattle, Boston e San Francisco. Google non modificherà la paga dei dipendenti se lavorano completamente in remoto dalla stessa città.
Non solo Google, cresce rischio taglio salario per chi lavora da remoto
Durante la pandemia Google ha sostenuto lo smart working e recentemente ha approvato quasi 10.000 richieste di dipendenti per lavorare da remoto. Anche Facebook e Twitter ha preso una posizione simile tagliando i compensi a quei dipendenti che hanno scelto lo smart working trasferendosi in aree meno costose.
Enrico Moretti, Professore di Economia della University di Berkeley, ritiene che il lavoro 100% da remoto rimarrà una fetta molto minoritaria e si potrebbe in effetti arrivare a un nuovo scenario dove i lavoratori a tempo pieno da remoto vengano pagati di meno, a seconda della loro posizione.