Stati Uniti, la pazza settimana dei Treasury che riapre lo scenario Goldilocks
Una settimana breve ma intensa, negli Stati Uniti, ha complicato la vita di analisti e investitori con picchi di volatilità sui Treasury e riaperto le porte a uno scenario di tipo Goldilocks, ovvero quello in cui la crescita economica è moderata e l’inflazione rimane bassa. Tale view è stata prospettata in particolare dal report a cura di Mirabaud AM.
I dubbi sul rally dei Treasury
Negli ultimi giorni, dunque, in America si è osservato un miglioramento dei dati economici, che hanno probabilmente raggiunto il loro picco. L’inflazione è ancora valutata come transitoria e i tassi d’interesse in aumento sembrano poter garantire minori rischi per quanto riguarda l’aumento dei prezzi futuro. Ma la grande domanda di questa settimana ha riguardato il motivo per cui i Treasury sono andati in rally di fronte all’aumento dell’inflazione e al consolidamento della crescita.
Capire le prospettive economiche
In effetti non è così importante cosa si pensi del picco di crescita o dell’inflazione transitoria – i Treasury dovrebbero andare in rally con le azioni e su quali valori dovrebbero scambiare a questo punto? I rendimenti reali sono incredibilmente importanti, e dato che ci siamo mossi in una direzione più negativa, le aspettative di inflazione sono scese significativamente. Siamo davvero all’inizio di un nuovo ciclo o la crisi COVID è stata solo un’interruzione dell’ultimo ciclo? Capirlo è importante per cogliere le prospettive dell’economia. Sembrerebbe che la variante Delta stia segnalando un rallentamento della crescita, un ulteriore quantitative easing (o quantomeno l’assenza di tapering) e un aumento degli acquirenti di titoli di Stato.
Il ritorno dello scenario Goldilocks
Quando solo pochi mesi fa il Treasury USA a 10 anni raggiungeva un rendimento dell’1,80%, si discuteva su quanto il decennale avrebbe superato la soglia del 2%. Ora invece si è tornati a discutere del momento in cui esso raggiungerà nuovamente l’1%. Il consenso del mercato riflette la convinzione per cui un rallentamento della ripresa economica, combinato con i timori sulla variante Delta, implichi meno tapering. In questo quadro vi sono elementi contraddittori, ma al momento ciò non sembra avere importanza. Ci sono ovviamente implicazioni più ampie per il dollaro statunitense e gli asset di rischio – e sembra che siamo tornati allo scenario Goldilocks.
I mercati e il distacco dalla realtà
Secondo Bloomberg, i rendimenti del Treasury a 10 anni sono diminuiti per otto giorni consecutivi: qualcosa che era accaduto appena “meno di 10 volte negli ultimi due decenni”. Un calo di nove giorni non si verificava invece dal marzo 2000. È interessante notare che l’unico fattore che ha fermato la pressione al ribasso sui rendimenti è stata la nuova offerta di titoli a 3 e 10 anni, lunedì 12 luglio, quando i $38 miliardi riversati sul mercato sono stati sufficienti per invertire la tendenza, almeno nel brevissimo termine. Anche gli ultimi dati pubblicati sull’indice dei prezzi al consumo USA (13/7/2021) sono stati letti come transitori – va bene le auto usate, ma gli alloggi? Sembra che il mercato sia sempre più distante dalla realtà, ma con un’offerta limitata e il Tesoro che continua gli acquisti, ci sono stati forti elementi tecnici dietro questi cambiamenti. Resta da capire se ora assisteremo a un graduale ritorno a livelli più normali, anche se abbiamo visto il picco di crescita.