Sterlina tartassata dalle vendite, il piano spendi e spandi del governo Truss mette di nuovo KO anche i Gilt
Il caso UK, con il governo di Liz Truss che ha annunciato il taglio delle tasse nel paese più ambizioso dagli anni ’80 e l’immediato capitombolo della sterlina e dei titoli di Stato del paese confermano una realtà inequivocabile che fa ancora fatica a essere accettata: i mercati non perdonano i regali di Stato elargiti senza tener conto dei fondamentali dell’economia. Tanto più in un contesto di inflazione da urlo e a fronte di un rapporto debito-Pil che, nel Regno Unito, è balzato a un numero di tre cifre.
Di fatto, il rapporto, salito già dall’83% al 94% nei primi mesi della pandemia Covid-19, è poi balzato fino a quasi il 104% nel 2021, ed è destinato a rimanere a tripla cifra fino alla fine del decennio.
Viene da dire spontaneamente: l’Italia prenda nota, soprattutto ora che si appresta a essere guidata da un’alleanza di centro-destra capitanata da Giorgia Meloni, nota per aver sbraitato contro l’Unione europea più di una volta.
Ma oggi non sono tanto i BTP a fare notizia, quanto i titoli di stato UK, insieme alla sterlina, attaccati dai trader.
Venerdì scorso la sterlina è crollata ai minimi in 37 anni, gelata dall’annuncio del taglio alle tasse shock in UK. La reazione dei mercati contro la sterlina continua a essere implacabile, tanto che, durante le contrattazioni dei mercati asiatici, la valuta britannica è crollata di quasi -4% testando un nuovo minimo storico nei confronti del dollaro Usa, a quota $1,0382. Alle 12.35 ora italiana la sterlina riduce le perdite, scendendo dell’1% circa a $1,0732. L’euro cede lo 0,40% a 0,9649.
I critici sottolineano che le misure appena annunciate dal nuovo ministro delle Finanze UK del governo di Liz Truss, Kwasi Kwarteng, si tradurranno in benefici sproporzionati e spropositati a favore solo dei più ricchi, dilapidando tra l’altro le casse del Regno Unito e provocando dunque un’impennata dei livelli del debito pubblico, in un momento tra l’altro in cui i tassi di interesse sono in ascesa.
“Non sembra che il governo UK stia lanciando al mercato l’osso di una politica fiscale più moderata, fattore che mi porta a prevedere per la sterlina che il livello di resistenza si abbasserà ulteriormente”, ha commentato Mazen Issa, strategist senior della divisione forexsenior presso TD Securities, in un’intervista rilasciata al programma “Squawk Box Asia” della CNBC. “Al di sotto della soglia di $1,05, si va davvero verso la parità“, ha spiegato lo strategist, aggiungendo che “abbiamo visto l’euro crollare sotto la parità (nei confronti del dollaro. Non vedo il motivo per cui anche la sterlina non potrebbe”.
Intervistato anche lui dalla Cnbc Nicholas Ferres, chief investment officer di Vantage Point Asset Management, ha fatto notare “la grande sfida” della Bank of England, che dovrà cercare di sconfiggere l’inflazione nello stesso momento in cui il governo cerca di stimolare l’economia, fattore di per sé che si traduce in un aumento delle pressioni inflazionistiche. “La Bank of England potrebbe indire anche una riunione di emergenza, questa settimana, e alzare i tassi. Non sarei sorpreso se ciò accadesse”, ha detto Ferres.
Della BOE parlano anche gli economisti di ING, segnalando che, “visto che una svolta a U delle misure fiscali appena annunciate è improbabile, in molti stanno prevedendo una stretta sui tassi (UK) più significativa da parte della Bank of England”. “Tuttavia – si legge nel report firmato sempre da ING – un aumento per sostenere il forex (dunque la sterlina) potrebbe non avere successo. Il cable potrebbe toccare presto la parità, mentre la vittoria elettorale in Italia della coalizione di centrodestra potrebbe significare poco per l’euro“.
Non per niente il sito Bloomberg apre con una pagina con il titolo a caratteri cubitali: “Traders More Worried by Liz Truss Than a Far-Right Win in Italy”, ovvero ““I trader sono più preoccupati per Liz Truss che per la vittoria dell’estrema destra in Italia’.
L’articolo segnala le dichiarazioni rilasciate dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che, commentando nelle prime ore della giornata di oggi la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni politiche italiane, ha mostrato un tono più conciliante, dicendo ai suoi sostenitori che l’Italia ha bisogno di essere governata “con responsabilità”. Nel Regno Unito, invece – ricorda Bloomberg – il cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng ha scatenato un crash dei mercati lo scorso venerdì, annunciando il più grande pacchetto di tagli alle tasse non finanziato in mezzo secolo. Non solo: Kwarteng ha detto nel fine settimana che ulteriori sgravi fiscali sono all’orizzonte.
Oltre al tonfo del 3,7% nei confronti del dollaro durante le contrattazioni dei mercati asiatici, la sterlina ha perso fino a -1% sull’euro a 1,1088. Il sell off ha fatto bis anche sui titoli di stato Gilt, provocando un balzo dei rendimenti decennali pari a +29,4 punti base, fino al 4,12%, a fronte di un rialzo dei tassi BTP decennali che si è limitato a +9 punti base al 4,43%.
Sia le elezioni politiche italiane che quanto sta avvenendo nel Regno Unito sono state commentate da Paul Donovan, capo economista di UBS GWM che ha fatto notare che, con la vittoria incassata alle elezioni, la destra italiana non riuscirà a cambiare la Costituzione. Messo in evidenza anche il fatto che il partito Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni abbia promesso di adottare una politica fiscale relativamente moderata.
Nel caso del Regno Unito, invece, spiega Donovan, “è improbabile che i tagli alle tasse diano un sostegno significativo di medio termine”, visto che le strozzature che stanno colpendo l’economia britannica interessano i settori della sanità e dell’istruzione. E’ certo “possibile che ci sia un effetto positivo di breve termine, ma si tratterà di qualcosa (per l’appunto) di limitato”.
Donovan ha concluso la nota odierna dedicata ai mercati sottolineando che, da parte di un cittadino UK appartenente alla classe dei redditi alti, “una risposta razionale sarebbe quella di aumentare i risparmi, anticipando futuri aumenti delle tasse”. Per dire: una manovra a favore solo dei ricchi, che dovrà essere molto probabilmente anche ritirata subito, il che fa capire come, secondo gli economisti, il piano di tagli alle tasse monstre del governo di Liz Truss sia decisamente insostenibile per il debito pubblico made in UK.
Il trend della sterlina è stato commentato anche da Walid Koudmani, Chief Market Analyst XTB.
“La sterlina britannica è al centro dell’attenzione oggi a causa di un grande crollo visto dalla valuta. La sterlina è in caduta libera da venerdì, in seguito all’annuncio di nuove misure fiscali espansive, compresi i più grandi tagli fiscali degli ultimi decenni. Sebbene queste misure mirino a stimolare la crescita economica, vi sono preoccupazioni in merito al loro finanziamento e al loro impatto sull’inflazione”.
Koudmani ha sottolineato di fatto che “la coppia GBPUSD (cable) ha subito un flash crash questa mattina, scendendo fino al 4,5% a un certo punto della sessione asiatica con la coppia scesa sotto 1,0350, il livello più basso della storia. Questa situazione non si limita al dollaro USA poiché anche le mosse su altre coppie di valute legate alla GBP sono state enormi. Tuttavia, la sterlina è riuscita a rimbalzare dai minimi giornalieri e in alcuni casi, come ad esempio GBP-JPY (rapporto sterlina-yen), il movimento al ribasso è stato quasi completamente cancellato”.
“La sterlina britannica -ha concluso il responsabile degli analisti di mercato di XTB – è oggi la valuta principale con le prestazioni peggiori e, mentre nelle ultime settimane abbiamo assistito a una debolezza generale delle major nei confronti del dollaro USA, con l’euro-dollaro che è rimasto al di sotto della parità, questa reazione della sterlina è preoccupante e potrebbe rivelarsi un presagio di ciò che aspetta la valuta, mentre i trader cercano scelte più sicure e mentre rimangono incerti su come la BoE (Bank of England) e il governo tenteranno di affrontare questa situazione mentre il rischio di raggiungere la parità con il dollaro diventa sempre più probabile”.
All’indomani delle elezioni politiche italiane, è bastato l’accenno della vincitrice Giorgia Meloni a una sorta di responsabilità fiscale per limitare i danni alla carta italiana: lo spread BTP-Bund è a quota 232 punti, mentre i tassi sui BTP decennali, dopo aver toccato un massimo al 4,49%, viaggiano ora attorno al 4,44%.
I trader sono spaventati più da Liz Truss che da Giorgia Meloni, e concentrano i loro smobilizzi più sui titoli di stato UK e sulla sterlina che sui BTP e sull’euro. (Lna)