Tesla batte stime, ma brucia un altro miliardo di cash. E Musk attacca analisti, investitori e media
Questa volta Elon Musk, fondatore e ceo di Tesla, ha passato davvero il segno. L’accusa arriva da diversi opinionisti del mondo della finanza, e segue l’atteggiamento sprezzante e spocchioso che il manager ha tenuto nella conference call con gli analisti, indetta per commentare i risultati di bilancio del suo gruppo.
Elon Musk ha definito “noiosa” una domanda sui margini lordi di Tesla posta dall’analista senior di Bernstein, Toni Sacconaghi, mentre si è mostrato più che disponibile, insieme ad altri dirigenti di Tesla, a rispondere a diverse domande arrivate da Gali Russell, investitore retail e fan di Tesla di 25 anni, proprietario di un canale su YouTube.
Russell, detentore di 54 azioni Tesla (a suo dire “praticamente il mio intero portafoglio”) aveva contattato Musk attraverso un post su Twitter, chiedendogli il permesso di intervenire nel corso della conference call successiva alla pubblicazione dei risultati. Di norma, ai rappresenti dei media e agli investitori retail non è consentito partecipare alla conferenza.
Musk aveva risposto con un tweet, dicendo “ok”.
E proprio rispondendo a Gali Russell, Musk ha rivelato che trascorreranno almeno due anni, prima che Tesla dia il via alla produzione del Model Y, aggiungendo che il nuovo veicolo non sarà in ogni caso prodotto nella principale fabbrica, situata a Fremont, in California.
“Non avvieremo la produzione del Model Y alla fine dell’anno prossimo – ha detto Musk – E’ più probabile che l’inizio sia tra 24 mesi, nel 2020..”.
Il titolo Tesla, che stava salendo del 2% dopo la diffusione del bilancio del primo trimestre, ha invertito la rotta proprio durante la conference call: una conference call che la comunità degli analisti ha definito bizzarra, e che ha portato l’azione a scivolare fino a -5%.
La diffusione della trimestrale ha anche rinnovato vecchi timori sul flusso di cassa di Tesla e su come il colosso delle auto elettriche intenda migliorare i propri margini, mentre si concentra sulla produzione del Model 3.
Nel primo trimestre dell’anno, il gruppo ha bruciato un altro miliardo di dollari di cash, se si considera che il valore complessivo si è attestato a $2,67 miliardi, rispetto ai $3,37 miliardi della fine dello scorso anno.
Elon Musk si è rifiutato di rispondere anche ad altre domande sul capitale del gruppo, bollandole “non cool” e “così noiose”.
“Scusatemi. La prossima, la prossima – Musk ha continuato a lamentarsi – Le domande noiose e stupide non sono cool. Qual è la prossima?” Alla fine, chi si è potuto dire soddisfatto per aver attratto l’attenzione di Elon Musk è stato proprio l’investitore retail Gali Russell.
Tra le altre dichiarazioni che hanno scosso la comunità degli analisti, quella secondo cui sarebbe meglio se alcuni investitori non scommettessero su Tesla, se intolleranti alla volatilità del titolo. Criticati inoltre i media per aver scritto articoli “ingannevoli” nel descrivere la funzione Autopilot.
Non è andata meglio neanche i suoi più stretti collaboratori. Musk ha interrotto per esempio il direttore finanziario Deepak Ahuja, dopo che questi si è riferito a Tesla come alla “migliore della classe” per le sue batterie.
“La migliore. Non c’è una classe”, ha detto Musk. “Si, siamo i migliori, scusate”, ha ribattuto Ahuja.
“La migliore in una classe di un singolo”, ha tenuto a precisare l’AD.
E il titolo Tesla ha continuato a scivolare. D’altronde, come ha fatto notare Dave Sullivan, analista di AutoPacific: “Le domande noiose sono anche quelle che possono essere categorizzate come quelle più difficili. Spero che i fan di Tesla sappiano nuotare, perchè in assenza di risposte a domande difficili, l’impressione è che Musk li stia portando dritti nell’acqua”.
Guardando ai risultati di bilancio, questi hanno messo in evidenza una perdita più che raddoppiata per la scommessa di Musk. I risultati si sono confermati comunque migliori delle attese.
Nel primo trimestre dell’anno, il colosso delle auto elettriche ha perso $709,6 milioni, o $4,19 per azione, rispetto alla perdita di $330,3 milioni, o $2,04 per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente.
Escludendo le voci di bilancio straordinarie, la società ha perso $568 milioni, o $3,35 per azione, rispetto al rosso di $215 milioni, o $1,33 per azione del primo trimestre del 2017 e rispetto alla perdita di $3,54 per azione attesa dal consensus.
Il fatturato è salito a $3,41 miliardi, rispetto ai $2,70 miliardi dell’anno precedente e meglio dei $3,28 miliardi previsti dagli analisti.