Trump riaccende speranze su commercio Usa-Cina: Borse europee festeggiano, snobbando calo manifattura
Quando mancano ormai pochi giorni alle elezioni di mid-term negli Stati Uniti (appuntamento il 6 novembre) il presidente statunitense, Donald Trump, riaccende le speranze sul fronte commerciale dopo le tensioni viste nell’ultimo periodo tra Usa e Cina.
I mercati guardano positivamente alle dichiarazioni del numero uno della Casa Bianca che, in un tweet, ha indicato progressi nelle trattative commerciali con la Cina. Trump ha riferito di aver “avuto una lunga conversazione” con il presidente cinese Xi Jinping, definendola “molto buona”. Parole che hanno avuto il potere di ‘scaldare’ le Borse mondiali che hanno letto con uno sguardo positivo i “segnali di riavvicinamento tra USA e Cina che hanno riacceso le speranze di un possibile accordo tra i due Paesi”. A questo, si sono aggiunte anche le indiscrezioni di Bloomberg, secondo cui l‘obiettivo di Trump sarebbe quello di raggiungere un’intesa con il presidente cinese, in occasione di un incontro che avverrà a margine del G20 in Argentina di fine novembre. Il presidente, a tal fine, avrebbe chiesto alla sua amministrazione di stilare una bozza dell’accordo.
“La reazione sui mercati non si è fatta attendere, con forti rialzi per i listini asiatici e metalli industriali e yuan in apprezzamento sotto quota 6,90 nei confronti del dollaro – sottolineano gli strategist di Mps Capital Services -. Vedremo nei prossimi giorni se la mossa di Trump è più un qualcosa di politico in vista delle elezioni di mid-term o se effettivamente c’è la volontà del Presidente di trovare un accordo”.
Un possibile disgelo accolto positivamente prima dalle Piazze finanziarie asiatiche, poi dalle Borse del Vecchio continente che proseguono sulla strada rialzista. Quando sono da poco trascorse le 11, il Dax mantiene la barra dritta verso gli acquisti (+1,17%) e il Cac40 sale anch’esso di oltre l’1 per cento. “La modalità “risk-on” sta dominando la maggior parte dei mercati europei, con le azioni in forte rialzo a seguito delle notizie, cosi’ come i futures statunitensi”, mette in evidenza Pierre Veyret, analista tecnico di ActivTrades, nel suo commento giornaliero sui mercati europei.
Bene anche Piazza Affari, con il Ftse Mib che sale dell’1,5% a 19.474 punti in una giornata in cui si attendono gli esiti degli stress test dell’Eba sulle principali banche europee (4 le italiane coinvolte: UniCredit, Intesa SanPaolo, Ubi Banca e Banco BPM). Giudizi ufficiali che verranno resi noti solo stasera ma, stando ad alcune indiscrezioni stampa, le banche italiane hanno superato la cruciale prova del nove.
Mercati snobbano i deboli dati sulla manifattura europea
Il buon umore portato dalle notizie (e indiscrezioni) giunte dal fronte commerciale ha avuto il potere di mettere in secondo piano i deboli dati giunti dalla zona euro, con il rallentamento del settore manifatturiero. Durante l’inizio del quarto trimestre è proseguito l’attuale rallentamento della crescita dell’economia manifatturiera dell’eurozona. Tradotto in numeri il Pmi finale del settore manifatturiero della zona euro è sceso a 52 punti ad ottobre, in calo rispetto alla stima flash pari a 52,1 punti e al dato finale di settembre di 53,2. L’indice Pmi diminuisce così al livello più basso da agosto 2016. Brutte notizie su questo fronte anche per l’Italia: per la prima volta in oltre due anni peggiorano le condizioni operative del settore manifatturiero tricolore. L’indice Pmi manifatturiero è scivolato a ottobre sotto quota 50 punti, attestandosi a 49,2 punti in discesa dai 50 punti registrati nel mese di settembre. “L’indice è risultato al di sotto della soglia critica di non cambiamento di 50 per la prima volta da agosto 2016 sino a raggiungere il livello generale più basso in 46 mesi”, sottolineano da Ihs Markit.