Finanza Notizie Mondo WeWork: dal successo del co-working all’Ipo sfumata.Ora gli investitori vogliono la testa del CEO Neumann

WeWork: dal successo del co-working all’Ipo sfumata.Ora gli investitori vogliono la testa del CEO Neumann

23 Settembre 2019 15:42

Da sogno a incubo il passo è breve. Non vive un momento facile Adam Neumann, Ceo di WeWork, azienda che si occupa di spazi di co-working, nata nove anni fa a New York e che oggi fa parte del gruppo di aziende chiamato The We Company. Dopo aver annunciato lo sbarco in Borsa, subito dopo è stato deciso il rinvio e oggi Neumann rischia di saltare.

WeWork: dai successi all’IPO sfumata

Ricapitolando brevemente i fatti era il 2010 quando Neumann fonda a New York la startup che si occupa di affittare uffici, diventando il più grande network di spazi di coworking del pianeta con 834 location in 126 città e 15 mila dipendenti. Tra gli investitori più importanti ci sono i giapponesi di Softbank che attraverso il suo maxi fondo Vision investono oltre 10 miliardi di dollari. La valutazione di WeWork all’epoca era di 47 miliardi di dollari. Ma poco dopo affiorano i problemi. Nel 2018, il gruppo ha raddoppiato sia i ricavi sia le perdite, toccando quota 1,82 miliardi di dollari per i primi e 1,93 miliardi per le seconde. Nonostante il rosso, ad aprile il ceo Adam Neumann annuncia la presentazione in forma confidenziale della documentazione necessaria in vista di una Ipo. Si tratterebbe della seconda Ipo di maggior valore del 2019 dopo Uber.

Quando però il CEO – famoso per alcuni aneddoti, uno fra tutti riportato dal NY Magazine per cui l’estate scorsa avrebbe proibito ai dipendenti di chiedere il rimborso di pasti a base di carne – ha presentato le carte alla commissione di vigilanza di Wall Street (la SEC) sono iniziati i problemi. A sollevare dubbi sulla fattibilità dello sbarco in borsa la giapponese SoftBank dopo che gli advisor di The We Company, la controllante di WeWork, avrebbero verificato che la valutazione della società è sceso tra i 15 e i 20 miliardi di dollari, ben al di sotto della valutazione di 47 miliardi di dollari data a gennaio. Tra i principali motivi di preoccupazione per SoftBank la stabilità del suo modello di business e poi lo stesso CEO Neumann.

FT: Softbank vuole mettere alla porta il CEO

Il Financial Times ha riportato la notizia secondo cui il conglomerato tecnologico e finanziario giapponese SoftBank, punterebbe a destituire l’amministratore delegato e cofondatore, Adam Neumann. SoftBank – scrive il quotidiano della City – ha perso fiducia nella capacità di Adam Neumann di guidare WeWork e prevede di convocare una riunione del consiglio di amministrazione per retrocederlo già questa settimana. L’influenza di Neumann sull’azienda è diventato uno dei maggiori ostacoli nel percorso di un’offerta pubblica di acquisto multimiliardaria, secondo gli investitori e le persone informate sulla questione. Tuttavia la decisione di Softbank di far fuori Neumann potrebbe rivelarsi un boomerang. Come scrive il FT, non è chiaro se la maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione ritiene che Neumann debba dimettersi dalla carica di amministratore delegato. Il consiglio di amministrazione potrebbe decidere anche di non cambiare il CEO alla fine, come hanno sottolineato le fonti al FT. Qualsiasi tentativo di estromettere il signor Neumann potrebbe ritorcersi contro visto che il peso delle azioni di Neumann supera di 10 volte i diritti di voto di altri investitori e solo il CEO ha la possibilità di sostituire un certo numero di membri del consiglio di amministrazione. L’opposizione di SoftBank in ogni caso potrebbe complicare la posizione di Neumann e rappresenterebbe una spaccatura profonda.