Osservatorio digital lending: anche per il mutuo si va sempre più verso il digitale

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Chiudono gli sportelli fisici, aumentano le operazioni digital. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, nel 2024 le banche italiane hanno chiuso 508 sportelli, portando il loro numero complessivo a livello nazionale sotto quota 20mila.
E mentre continua il processo di disimpegno dai territori delle banche italiane, sempre più utenti si affidano al mobile banking, spinti dalle loro nuove abitudini e dall’innovazione tecnologica.
Numeri alla mano, ad oggi il 60% della clientela bancarizzata utilizza il mobile banking, con un dato che ci si aspetta possa raggiungere l’80% nel 2029, doppiando il numero di utilizzatori dell’internet banking. Così emerge dal nuovo Osservatorio Digital Lending 2025, realizzato in collaborazione da Monitor Deloitte, Experian e Cetif – Università Cattolica.
Prestiti sempre più digital: i dati dell’Osservatorio Digital Lending 2025
Anche le reti bancarie stanno evolvendo con la crescita delle digital branch (circa 5 mila gestori al 2024, attesi a 8 mila nel 2029) e network sempre più leggeri, oltre che cash-less. In questo contesto, il Digital Lending sta registrando un aumento esponenziale: dal 2019 il valore è aumentato di oltre 5 volte, raggiungendo i 18,8 miliardi di euro nel 2024. Le previsioni, dunque, mostrano che rappresenterà il 30% del mercato del credito entro il 2029, con un valore stimato di oltre 44 miliardi di euro. A registrare un incremento particolarmente rapido sono le soluzioni di Prestito Finalizzato e Buy Now Pay Later, con crescite annue rispettivamente superiori al 100% e all’80% tra il 2019 e il 2024. Negli ultimi anni, dice l’Osservatorio, la crescita del settore bancario è stata trainata dal canale digitale, in particolare nei prodotti più semplici, come i prestiti finalizzati, che hanno registrato un tasso di crescita annuo superiore al 100%, e il Buy Now Pay Later, in aumento dell’80% annuo.
“La clientela è sempre più digital-first” dichiara Manuel Pincetti, Managing Partner di Monitor Deloitte. “In questo contesto, il Digital Lending è la massima rappresentazione dell’evoluzione verso il paradigma digitale dove anche per il credito, il prodotto bancario più complesso, sta iniziando ad essere la “nuova” normalità: dal 3% dei volumi totali del lending nel 2019, al 16% nel 2024 per arrivare secondo le nostre stime a circa il 30% al 2029”.
Anche il mutuo è lentamente più digitale
Anche i prodotti più complessi e con ticket medio più elevato, come i mutui, la transizione digitale procede più lentamente Le erogazioni digitali stanno registrando difatti una crescita annua più lenta, con un aumento del 18% annuo tra 2019 e 2024. . Da segnalare che i consumatori tipicamente appartenenti alle fasce d’età più senior, continuano a preferire i canali bancari tradizionali.
Chi sono i clienti digital-first
A far da traino allo sviluppo del Digital Lending principalmente giovani uomini del Nord Italia con redditi elevati, mentre nel Sud prevalgono ancora i canali tradizionali, come le filiali.
Le donne preferiscono la soluzione del BNPL, specie per gli acquisti nel comparto moda, che da solo rappresenta oltre l’80% delle transazioni effettuate con questa modalità di pagamento.
La clientela digitale, infine come rivela l’Osservatorio, ha sempre presentato un profilo di rischio maggiore, ma oggi, con l’introduzione di nuove soluzioni per la valutazione del credito, i tassi di default sono in diminuzione e sempre più allineati al canale tradizionale.
Dati alla mano, il tasso di default dei prestiti personali rimane il più alto (2,6% registrato nel 2024), riflettendo il maggiore rischio della clientela a cui sono richieste minori garanzie a differenza dei prestiti finanziati (tasso del 2,1%), dove la garanzia è rappresentata dal bene stesso. Anche nei mutui si osserva una riduzione complessiva della rischiosità, con un calo del tasso di default e un divario tra i canali in riduzione (1,2% digitale vs. 1,0% tradizionale). Infine, il BNPL presenta tassi di default in calo dal 3% nel 2020 al 2,4% nel 2024, addirittura inferiori a quello dei prestiti personali, a testimonianza di una gestione del credito più consapevole da parte di consumatori e operatori.