Pagare con bancomat dal tabaccaio: perchè non è così semplice. L’inchiesta in 10 città
Il pagamento con il bancomat in tabaccheria è facile? Per quanto non esistano divieti, comprare una marca da bollo da 2 euro con la carta di credito o il bancomat è una mission quasi impossibile. Sono, infatti, sempre di meno gli esercenti disposti a questo tipo di pagamento. Fino al caso estremo di Milano, con un tabaccaio che ha addirittura chiesto una commissione per pagare con carta.
Una tendenza in evidenza nella recente inchiesta di Altroconsumo, che ha analizzato oltre 100 tabaccherie in 10 città italiane. Dal report è emerso non solo l’impossibilità in quasi il 50% dei casi di procedere al pagamento via bancomat, ma anche i motivi dietro questo rifiuto che per l’esercente potrebbe portarlo a una sanzione abbastanza onerosa.
Quando si può pagare col bancomat dal tabaccaio
A volte il tabaccaio chiede una commissione per pagare col bancomat, come è successo a Milano. Altre volte il rischio è trovarsi con solo 2 tabaccai su 10 disposti ad accettare il pagamento, come a Genova e Napoli. Questo è quanto emerso dalla recente inchiesta di Altroconsumo, che ha voluto analizzare l’accesso al pagamento tracciato presso le tabaccherie nazionali.
Ci teniamo a precisare che fin dal 2014 è obbligatorio per questi esercenti l’accettazione dei pagamenti tracciati anche per somme minime. Addirittura dal 26 giugno 2023, come previsto dalla Determinazione Direttoriale dell’Agenzia delle Dogane, l’obbligo è stato esteso anche per l’acquisto dei valori bollari (marche da bollo, valori postali e i generi di monopolio). Eppure solo in città come Palermo, Bologna e Padova più della metà dei tabaccai s’è attenuta alle regole: addirittura nell capoluogo siciliano ben 6 esercenti su 8 hanno accettato la transizione via bancomat.
Nel caso di rifiuti, oltre il 34% si giustifica dicendo che i valori bollati si possono pagare solo in contanti. O che le commissioni sono troppo alte, come dichiarato dal 12% dei tabaccai. Bisogna, tuttavia, ricordare che chi ha richiesto la commissione “extra” di 20 centesimi (come accaduto a Milano) rischia una sanzione: si tratta di una violazione dell’articolo 62 del Codice del Consumo. Così come rifiutarsi di accettare un pagamento digitale: dal 30 giugno 2022 si rischia una sanzione amministrativa pari a 30 euro, a cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore del pagamento rifiutato.
Quali sono le commissioni per i tabaccai
Va detto però che il peso delle commissioni non è così irrilevante per un esercente. Oltre ai tabaccai, ristoratori e baristi si ritrovano a dover pagare commissioni molto esose, addirittura fino al 10% della cifra incassata. Come riporta Altroconsumo in un’indagine di dicembre 2022, per i ristoratori la colazione al bar da 4,50 euro può costare fino a 50 centesimi in commissioni. Nel caso di una cena da 90 euro, quasi 4 euro di commissioni.
Ma questo cambia a seconda dell’intermediatore bancario. Nel report di dicembre, le commissioni possono essere molto più contenute se si passa dalla carta di credito al Pagobancomat. Tornando all’esempio della colazione, se con la carta il range dei costi va da un minimo di 18 centesimi a un massimo di 50 centesimi, con Pagobancomat si va da un minimo di 4 a un massimo di 16 centesimi. E così anche per la cena: se carta di credito, il range va da 2,34 euro a 4,05 euro di commissioni; se Pagobancomat, da 1,62 euro a 3,15 euro massimo.
Come contenere le commissioni
Una commissione intorno al 10-15% dei ricavi rappresenta un problema per i piccoli esercenti, anche a fronte di tutte le altre spese. Da tempo Autorità e Istituzioni lavorano per mitigare gli effetti dell’obbligo dei pagamenti. Si pensi al Bonus POS, un credito d’imposta sancito dal DL 124/2019, pari al 30% sulle spese pagate dagli esercenti per accettare pagamenti con carte, bancomat e altre modalità di pagamento digitale.
Addirittura ABI e ASPS si sono impegnate a promuovere iniziative commerciali nei confronti degli esercenti, per ridurre l’impatto dei costi di incasso per le transazioni di basso valore, cioè di importo non superiore a 30 euro. Già limitando la percentuale della commissione sulle piccole spese potrebbe permettere al tabaccaio di onorare sia la richiesta del cliente sia l’obbligo normativo. Già diversi servizi bancari e non permettono commissioni basse o nulle per acquisti di importo ridotto, anche sotto i 10-15 euro di acquisto.
Oltre a questo, si segnala anche la possibilità di poter utilizzare come ATM alcune categorie di esercenti. Data la loro scomparsa nei piccoli Comuni, il Governo sta valutando l’introduzione di questa possibilità di prelievo presso chi detiene liquidità immediata, come edicole, supermercati, farmacie e appunto tabaccai. Come plafond massimo si arriverebbe a 250 euro, e permetterebbe di poter accedere più facilmente al contante senza dover passare di città in città alla ricerca di un bancomat o sportello bancario/postale.