Finanza Pensione anticipata preclusa ai giovani. Ecco il perché

Pensione anticipata preclusa ai giovani. Ecco il perché

12 Febbraio 2024 12:26

È la Cgil a lanciare l’ultimo allarme sulle pensioni. Facendo un punto della situazione sulle novità introdotte in tema previdenziale dalla Legge di Bilancio 2024 e comparandoli con i dati Istat riferiti alla crescita salariale, il sindacato ha sottolineato come anticipare la data in cui andare in pensione sia sostanzialmente impossibile per la maggior parte dei lavoratori.

Stando all’analisi effettuata dalla Cgil il motivo per il quale molti giovani sarebbero in difficolta con l’accedere alla pensione anticipata è legata ai problemi che hanno con i primi anni di lavoro, caratterizzati, almeno nella prima parte della carriere, da contratti sostanzialmente precariretribuzioni (spesso) troppo basse.

Nella maggior parte dei casi, purtroppo, devono passare molti anni prima che i giovani possano raggiungere una stabilità economica che possa garantire loro una pensione degna di questo nome. Il problema risulta essere generalizzato e trasversale, come dimostrano tra l’altro, i dati dell’Istat. E che risulta essere distante da quanto sta avvenendo in altri paesi europei come Germania e Francia.

Pensioni condizionate dal problema dei salari

Secondo quanto messo in evidenza dall’Istat nel corso del 2023, i salari risultano essere cresciuti del 3,1%. Una percentuale sicuramente positiva, se si confronta con quanto registrato nel 2022, quando la crescita si era attestata su un misero 1,1%. Ma che, in ogni caso, non tiene conto dell’inflazione che è stata registrata nel corso dello stesso anno (pari al 5,7%). Nel 2022, solo per fare un paragone, era invece pari ad un 8,1%.

I salari, nel corso degli ultimi anni, hanno perso notevolmente il loro potere d’acquisto: la loro crescita prosegue, ma con delle percentuali inferiori rispetto all’aumento del costo della vita. Penalizzati da questa situazione sono i lavoratori, spesso costretti a dover fare i conti con spese che aumentano ogni anno e con uno stipendio che non tiene il passo.

A pagare il dazio maggiore, però, sono soprattutto i giovani, quantomeno quelli che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1996: la loro pensione verrà calcolata esclusivamente con il sistema contributivo, nel quale ogni singolo stipendio avrà lo stesso impatto. Ricordiamo che con il sistema retributivo, invece, si prendevano in considerazione unicamente gli ultimi anni nei quali si lavorava, che, nella maggior parte dei casi, rappresentavano i migliori, dato che tenevano conto degli anni di servizio prestati.

In pensione con il sistema contributivo

È bene sottolineare che con il sistema contributivo la pensione si calcola tenendo conto di tutti i contributi che il lavoratore ha versato nel corso della sua carriera. Generalmente, per i lavoratori dipendenti, ammontano al 33% dello stipendio lordo percepito mensilmente. I versamenti, dopo essere stati rivalutati tenendo conto del costo della vita che è stato registrato nel corso degli anni, vengono moltiplicati con il cosiddetto coefficiente di trasformazione, che risulta essere man mano più vantaggioso più si ritarda il giorno in cui si accede alla pensione.

Una busta paga bassa comporta il versamento di pochi contributi. Questo determina una pensione con importo non adeguato alle esigenze di vita. Questo non è un unicamente un problema economico: nel momento in cui si percepisce un assegno previdenziale basso rende difficile andare in pensione in anticipo, soprattutto dopo le novità che sono state introdotte con la Legge di Bilancio 2024 dal governo Meloni.

I più giovani non potranno accedere alla pensione anticipata

Quanti hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1994 hanno la possibilità di accedere all’opzione contributiva della pensione anticipata. Questa misura permette di uscire dal mondo del lavoro al compimento di 64 anni, purché siano stati versati almeno 20 anni di contributi.

I diretti interessati, però, devono aver raggiunto un determinato importo di pensione, che dal 2024 è stato portato a:

  • a tre volte l’assegno sociale. Questo significa, basandosi sui dati aggiornati al 2024, che è necessario percepire almeno 1.603,23 euro;
  • a 2,8 volte l’assegno sociale per le donne che hanno almeno un figlio. L’importo, quindi deve essere pari a 1.496,34 euro;
  • a 2,6 volte l’assegno sociale per le donne che hanno almeno due figli. L’importo, quindi deve essere pari a 1.389,46 euro.

Un lavoratore per poter andare in pensione nel 2024 a 64 anni dovrebbe, quindi, maturare un assegno previdenziale pari a circa 1.600 euro al mese, che corrispondono a 20.800 euro all’anno.

Per riuscire ad ottenere questo importo cosa serve ai lavoratori? Il coefficiente di trasformazione, per quanti smettono di lavorare a 64 anni, è pari al 5,184%: per potersi assicurare una pensione con l’importo che abbiamo appena visto è necessario avere un montante contributivo pari a 400.000 euro. Questo valore si raggiunge unicamente con i versamenti di contributi pari a 20.000 euro ogni anno. Considerando che corrispondono al 33% dello stipendio lordo, facendo due calcoli significa che un lavoratore deve aver guadagnato almeno 60.000 euro lordi.

Inutile dirlo che stiamo parlando di una cifra spropositata, che esclude a priori la maggior parte dei lavoratori dalla possibilità di andare in pensione anticipatamente.