Pensioni 2024, come uscire anticipatamente dal lavoro
Quale sarà il futuro delle pensioni? E soprattutto quando si potrà uscire dal mondo del lavoro? Fino a quando sarà possibile andare in quiescenza anticipatamente? Sono domande che si pongono molti lavoratori, ma a cui non è possibile dare una risposta guardando alla situazione attuale. Ed è difficile, inoltre, fare delle previsioni per i prossimi anni.
Sul tavolo del governo guidato da Giorgia Meloni continua a rimanere fermo il dossier pensioni. I lavori sono stati posticipati e per il momento, almeno per il 2025, non ci sono delle certezze. Anzi, si starebbe navigando a vista. I tempi si allungano.
Ma quali sono le possibilità per uscire dal lavoro anticipatamente nel 2024? Vediamo la normativa in vigore e analizziamo alcune delle possibilità in vigore.
Pensione di vecchiaia: le regole per accedervi nel 2024
Senza dubbio “la via maestra” per andare in pensione è quella di attendere la scadenza naturale, senza accedere alle formule anticipate: per poter ottenere l’assegno previdenziale di vecchiaia è necessario rispettare il requisito anagrafico. Per il 2024 sono confermati i 67 anni per uomini e donne.
Non sono state previste delle novità nemmeno per i contributi minimi richiesti: 20 anni. Regola che vale sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi. L’unica eccezione prevista è quella che coinvolge quanti abbiano maturato 15 anni di contributi prima del 31 dicembre 1992 o abbiano ricevuto l’autorizzazione per effettuare dei versamenti volontari prima del 15 dicembre 1992.
Pensione anticipata (ex anzianità)
In questi requisiti si inserisce la via classica per andare in quiescenza anticipatamente. L’ex pensione di anzianità, nel corso degli anni, è stata riformata più volte. Un tempo era necessario aver raggiunto i 35 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, mentre oggi servono 42 anni e 10 mesi per gli uomini che scendono a 41 anni e 10 mesi per le donne. Fino al 2026 queste soglie rimangono fisse.
Quota 103
I lavoratori hanno la possibilità di andare in pensione anticipatamente grazie a Quota 103. Per accedervi è necessario avere maturato 41 anni di contributi e 62 anni di età. Ma è necessario effettuare il ricalcolo contributivo di tutti i versamenti effettuati.
La conferma per il 2024 di Quota 103 è, sostanzialmente, il primo e più importante intervento effettuato dal governo Meloni sulle pensioni. Come abbiamo accennato la novità più importante è relativa al metodo di calcolo, che adesso è completamente contributivo e non più misto. Ma non solo: l’assegno previdenziale dovrà essere inferiore a quattro volte il trattamento minimo – stiamo parlando di un importo pari a 2.395 euro – mentre in passato era cinque volte.
Le finestre per potervi accedere sono state allungate a sette mesi per i lavoratori privati – in precedenza erano tre – e nove mesi per quelli pubblici – in precedenza erano sei -.
Lavoratori precoci
Altra possibilità di andare in pensione anticipatamente nel 2024 è prevista per i lavoratori precoci, che hanno iniziato a svolgere la propria attività in giovanissima età. Dal 1° maggio 2017 i precoci hanno la possibilità di richiedere l’assegno previdenziale una volta che abbiano maturato 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Per poter andare in pensione, comunque vada, devono rispettare i seguenti requisiti:
- devono risultare disoccupati per licenziamento – anche quando viene effettuato a livello collettivo – per dimissioni per giusta causa o per una risoluzione consensuale;
- devono essere dei caregiver, ossia devono assistere da almeno sei mesi in coniuge o un parente convivente con un handicap di particolare gravità;
- essere in possesso di un certificato di invalidità civile superiore o uguale al 74%;
- aver svolto dei lavori usuranti, notturni o pericolosi.
Per poter andare in pensione anticipatamente è necessario presentare una domanda di riconoscimento del beneficio entro il 1° marzo di ogni anno. In caso di esito positivo – a seguito della verifica della copertura finanziaria – è possibile presentare la domanda di pensione direttamente sul sito dell’Inps.
In pensione con l’Ape sociale
Prorogata fino al 31 dicembre 2024, l’Ape sociale è una delle formule attraverso la quale è possibile andare in pensione anticipatamente. Anche se, rispetto al passato, sono state modificate alcune regole.
L’età anagrafica è cresciuta di cinque mesi e sono stati modificati i limiti di non cumulabilità della misura con i redditi da lavoro dipendente. Al momento, infatti, chi va in pensione con l’Ape Sociale può svolgere unicamente delle prestazioni di lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000 euro l’anno.
Grazie all’Ape sociale è possibile andare in quiescenza con 63 anni e cinque mesi. La prestazione permette di ottenere un sussidio ponte che ha un importo massimo pari a 1.500 euro lordi al mese, senza tredicesima e senza rivalutazione al costo della vita. Al raggiungimento dei 67 anni si accede alla pensione di vecchiaia.
I requisiti per accedere all’Ape sociale sono:
- aver cessato l’attività lavorativa;
- non essere titolare di altra pensione diretta;
- trovarsi in una determinata posizione: un caregiver, avere un’invalidità civile almeno al 74% o svolgere un’attività gravosa;
- avere almeno 30 anni di contributi, che salgono a 36 per quanti svolgono delle attività gravose.
Opzione donna
Opzione donna è una misura riservata alle lavoratrici. Permette di andare in pensione con 35 anni di contributi e 61 di età. Rispetto al passato si va in quiescenza un anno più tardi, mentre l’assegno previdenziale viene calcolato con il sistema contributivo.
L’età minima scende di un anno per ogni figlio, con il limite massimo di due.