Per il Superbonus arriva la stroncatura di Bankitalia
Una netta e secca bocciatura del Superbonus arriva da Bankitalia, che, nel corso di un’audizione al Senato, ha voluto sottolineare come sia necessario rivedere e ripensare le agevolazioni fiscali previste per i vari bonus edilizia, tenendo in considerazione, prima di tutto, la sostenibilità della finanza pubblica.
Giacomo Ricotti, capo del servizio assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia, ha spiegato che, almeno nel medio periodo, i margini a disposizione per le politiche di bilancio risultano essere particolarmente contenuti: per questo motivo è necessario utilizzarli al meglio andando a razionalizzare le varie misure. Fatte queste premesse, Ricotti ha comunque sottolineato che il Superbonus ha avuto un impatto sicuramente significativo sul settore delle costruzioni. La metà degli investimenti, che sono stati effettuati, hanno beneficiato proprio del superbonus: se non ci fosse stata questa misura non sarebbero stati effettuati. Secondo Giacomo Ricotti, comunque, “gli oneri della misura per il bilancio pubblico restano comunque ingenti, e sono cresciuti nel biennio, riflettendo la forte accelerazione nel ricorso alla misura”.
Il Superbonus sotto la lente d’ingrandimento
La lente d’ingrandimento di Bankitalia si ferma sul superbonus. Giacomo Ricotti, in audizione al Senato, ha sottolineato come la misura abbia avuto un impatto significativo sul settore delle costruzioni. Nel caso in cui la misura non ci fosse stata, almeno la metà degli investimenti, che sono stati effettuati, non avrebbero mai visto la luce. A tutto questo, però, c’è un rovescio della medaglia. Gli oneri del superbonus per il bilancio pubblico sono ingenti. Nel corso degli ultimi due anni sono cresciuti, andando a riflettere la forte accelerazione nel ricorso alla misura.
La Commissione di inchiesta sulle banche ha messo in evidenza che, alla fine del mese di giugno 2022, gli istituti di credito avevano assunto impegni per crediti fiscali pari complessivamente a 76.989.096.317 euro, andando a saturare completamente la propria capacità fiscale. Questi ingenti crediti fiscali, derivanti dalla cessione del credito per il superbonus, si riferiscono unicamente al biennio 2020-2022.
Cosa serve ora come ora
Ance e Abi, attraverso una nota congiunta, hanno ribadito che “la proposta dell’F24, ha il vantaggio di essere applicabile in tempi molto rapidi, di facile realizzazione e non avrebbe alcun impatto aggiuntivo sulla finanza pubblica”. Le due associazioni ritengono che, ora come ora, permettere l’utilizzo degli F24 sia indispensabile per andare ad ampliare la capacità di compensazione fiscale. Ma sia necessario per andare a risolvere il problema dei vari crediti, che sono rimasti incagliati e stanno mettendo in difficoltà il sistema delle imprese.
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, spie che sul superbonus “quello che lascia perplessi e preoccupati non è la scelta che viene fatta. Quello che non mi è chiaro e che non mi convince è perché si devono prendere delle decisioni così affrettate gettando nel panico imprese e famiglie e poi convocare le parti. Non era meglio convocarci prima?“. Giacomo Ricotti ha aggiunto che in una prima fase, caratterizzata da una circolazione dei crediti d’imposta praticamente illimitata, si sono registrati ingenti volumi di frodi che hanno portato agli interventi legislativi per arginare il fenomeno. Le limitazioni al numero e alla tipologia di cessioni hanno contribuito al raggiungimento di questo obiettivo, ma ha finito per penalizzare anche le imprese virtuose.