Pil fermo: la ricetta di Confcommercio per la crescita economica e ripresa consumi
Taglio del cuneo fiscale, accorpamento aliquote Irpef e una riduzione del carico delle tasse su famiglie e imprese. Sono questi i capisaldi che, secondo il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, devono entrare nella prossima legge di bilancio 2025. “Occupazione in crescita e inflazione sotto controllo ci dicono che la nostra economia è in buona salute. Ma preoccupano il clima di
incertezza e la debolezza dei consumi”, sostiene il presidente commentando la congiuntura dell’ufficio studi della Confederazione presentata oggi.
Confcommercio: PIL fermo, terzo trimestre andato
Secondo l’organizzazione “i mesi estivi più che diradare le ombre sembrano aver consolidato il clima di incertezza” sull’economia, con l’emergere di alcuni segnali di rallentamento che puntano a una crescita congiunturale nulla e dello 0,6% su anno
“Intanto, il terzo trimestre è andato perso. Si punta sul quarto” si legge nel documento secondo cui “anche in questo contesto non mancano, comunque, alcuni elementi molto positivi, dall’evoluzione dei quali dipenderà il raggiungimento o meno di buone performance per l’anno in corso”.
La valutazione di una crescita nulla a luglio-settembre, “sempre basata su dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario è sintesi di una riduzione a luglio, lievemente superiore alle nostre stime preliminari anche per un andamento del turismo meno favorevole, e di un modesto recupero ad agosto, a cui e’ seguita una stagnazione a settembre”, si legge nella Congiuntura. “Le oscillazioni mensili degli indicatori congiunturali poi sintetizzati nel Pil mensile, tradiscono la mancanza di una chiara direzione di marcia dell’economia italiana”.
Mercato del lavoro dinamico
Bene il mercato del lavoro che conferma la sua dinamicità, con il numero di occupati che ha toccato a luglio il massimo storico, e l’inflazione si mantiene su valori contenuti: per settembre la stima è di una variazione congiunturale nulla e di una crescita su base annua dello 0,9%.
Dati che comporterebbero “un miglioramento del reddito disponibile reale, già registrato nel primo quarto grazie ai rinnovi contrattuali. La catena reddito-fiducia-consumi sembra però essersi inceppata”, avverte Confcommercio. “La spesa delle famiglie non cresce o, almeno, non cresce quanto potrebbe. Probabilmente una nuova crescita della fiducia a settembre e ottobre porterebbe a superare di slancio questa fase attendista. Ma è un processo tutto da costruire, assieme alla crescita decisiva dell’ultimo quarto dell’anno” sostiene Confcommercio.
Ridare slancio ai consumi
E sui prezzi al consumo? Confcommercio precisa che sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, si stima per il mese di settembre 2024 una variazione nulla dell’indice in termini congiunturali e una crescita dello 0,9% su base annua. “Il contenuto rallentamento è in linea con le attese e consolida le stime di una variazione prossima all’1% nella media del 2024 anche in presenza di possibili transitori rialzi nel confronto annuo dovuti ad effetti statistici”, si legge ancora nel documento.
Il punto chiave è che la scomparsa dell’inflazione soprattutto per quei beni e servizi che le famiglie acquistano con maggior frequenza unitamente ai recuperi sul fronte delle retribuzioni, potrebbe contribuire a ridare quello slancio ai consumi necessario a rivitalizzare le fragili prospettive di crescita.