Finanza Pil Italia: stime crescita riviste al ribasso a +0,8% nel 2024. Le stime di Confindustria

Pil Italia: stime crescita riviste al ribasso a +0,8% nel 2024. Le stime di Confindustria

Pubblicato 22 Ottobre 2024 Aggiornato 23 Ottobre 2024 12:26

Il reddito disponibile delle famiglie italiane è in crescita ma i consumi sono frenati dall’elevato tasso di risparmio. Così emerge dal Rapporto di previsione del Centro Studi di Confindustria secondo cui nel biennio, tuttavia proprio il tasso di risparmio scenderà grazie anche al taglio dei tassi, e questa dinamica favorirà la ripresa dei consumi.

PIL: crescita a +0,8% nel 2024 e +0,9% nel 2025

Confindustria segnala che  la crescita del PIL in Italia, a seguito della revisione Istat, si attesta a +0,8% quest’anno e +0,9% il prossimo, in linea con la stima del Governo a legislazione vigente. E’ sostanzialmente in linea anche con la crescita dell’Eurozona, nonostante una politica monetaria più restrittiva in Italia, il Paese che registra l’inflazione più bassa d’Europa (allo 0,7% annuo a settembre, 1,7% nell’Eurozona).  Rispetto al rapporto dello scorso aprile, le stime per l’economia italiana sono abbassate, rispettivamente di 1 e 2 decimi di punto all’anno: il Pil è previsto crescere del +0,8% nel 2024 e del +0,9% nel 2025. Si tratta, comunque, di un ritmo di crescita più alto di quello registrato dall’Italia, in media, nei decenni pre-pandemia.

La revisione, per il Centro studi di Confidustria, è ascrivibile a quella operata dall’Istat, secondo cui l’Italia nel 2023 è cresciuta di +0,7%, non di +0,9% come stimato in precedenza. Inoltre, sebbene la dinamica del Pil nei primi due trimestri del 2024 sia rimasta invariata, la peggior chiusura del 2023 determina l’azzeramento dell’eredità statistica nel 2024 (in precedenza pari a +0,2).

Per il Centro studi inoltre sono diversi i fattori che influiranno positivamente sulla dinamica dell’economia italiana nel biennio: la ripresa del commercio internazionale, tra la seconda parte del 2024 e, in particolare, il 2025, a cui aggiungere l’allentamento della politica monetaria che avrà effetti positivi sulle scelte di investimento delle imprese e di consumo delle famiglie progressivamente e soprattutto nel 2025.

Volgendo lo sguardo all’economia mondiale è in risalita ma l’Europa è debole, continua a crescere meno degli altri player mondiali (ancora stretta da tassi alti) e perde investimenti diretti esteri. Pesano il  crollo dell’automotive e le difficoltà della Germania. Sullo sfondo le tensioni geopolitiche in aumento e questo accresce la possibilità di ripercussioni negative su commercio mondiale e prezzi delle materie prime.

Meno risparmi per le famiglie

La spesa delle famiglie per beni e servizi è tornata al livelli pre-Covid grazie all’ottima crescita registrata nel 2023 e nella prima parte del 2024 è salita anche se in misura limitata, mentre sta risalendo lentamente anche la spesa per i beni diminuita lo scorso anno. Inoltre, dice Confindustria, il reddito disponibile delle famiglie in termini reali ha registrato un lieve calo nel 2023, ma nella prima metà del 2024 è salito grazie al protrarsi dell’espansione dell’occupazione. Inoltre l’alta propensione al risparmio arrivata molto oltre i valori normali sta frenando i consumi e riflette l’intenzione delle famiglie di ricostituire il risparmio speso negli anni scorsi e l’incerto contesto geopolitico.

Declino demografico aumenterà la carenza di lavoratori

Il report di Confindustria si sofferma anche sull‘inverno demografico che sta investendo da molti anni il nostro paese. Prima della pandemia vie erano difficoltà di reperimento per il 26% delle assunzioni previste, mentre nel 2023 la quota ha superato il 45% quasi 2 milioni e mezzo di lavoratori. Il problema aumenta con tra 5 anni la domanda supererà l’offerta di lavoro di ulteriori 1,3 milioni di unità e, continua Confindustria, è cruciale intervenire per coprire questo fabbisogno.