Più accumulo sui conti correnti, meno investimenti: gli italiani alla prova risparmio

Fonte immagine: istock
Risparmiano in media 320 euro a famiglia e oltre la metà dichiara di arrivare a fine mese con qualche difficoltà, preoccupati per la pensione e per l’inflazione. Questa la fotografia degli italiani alle prese con risparmio, previdenza e investimenti, scattata dall’Osservatorio Look to the Future di Athora Italia e Nomisma.
Un’indagine ad ampio spettro che risponde ad una serie di interrogativi come ad esempio quale significato danno gli italiani al risparmio, come vedono la propria situazione economica e cosa si aspettano dal domani, chi o cosa guiderà le loro scelte future e come ricreare la fiducia necessaria per sviluppare il mercato.
Italiani: ecco come risparmiano
L’Osservatorio si sofferma in primo luogo a chiedersi quale sia oggi la capacità di risparmio degli italiani. Ebbene, a fronte di un 27% che giudica buona o addirittura eccellente la propria situazione economica familiare e un ulteriore 54% che la valuta almeno sufficiente, il 60% dichiara di arrivare a fine mese con almeno qualche difficoltà. Una complessità, dice l’Osservatorio, nella gestione dell’economia familiare che deriva in parte da un reddito limitato e in parte dalla difficoltà, anche psicologica, di pianificare in maniera razionale e lungimirante.
Inoltre, chiamati ad esprimere un confronto con la generazione precedente, gli italiani manifestano la convinzione che risparmiare sia importante tanto quanto lo era per i propri genitori (48%), ma oggi risparmiare è percepito come decisamente più difficile (40%) e con risultati molto meno soddisfacenti di una volta (41%).
Il consulente bancario è il prescelto per consigli
Ma dove va a finire il risparmio degli italiani? Nell’ultimo anno, il 64% dichiara di aver accumulato risparmi sul conto corrente e il 36% di aver aperto a soluzioni di risparmio diverse, investimento o protezione del capitale. E con chi si confrontano per soluzioni e consigli di investimento? Il 57% si fida del consulente bancario, il 26% preferisce il promotore finanziario, il 12% l’agente assicurativo. Non manca chi consulta il web e i blog specializzati (19%) e addirittura il 16% ammette di scegliere come investire in autonomia.
La chiave di volta è ancora una volta l’educazione finanziaria capace di costruire un ponte di fiducia tra i consumatori (con i loro bisogni e desideri) e gli operatori, che sono chiamati ad offrire soluzioni coerenti.
Come gli italiani vedono il futuro
Interrogati infine sul futuro, gli italiani sembrano aver ben compreso che la situazione è complicata. Per il 66% prevale un senso di incertezza e per il 52% di preoccupazione e paura, mentre la speranza e la fiducia animano rispettivamente il 55% e il 29% degli italiani.
Un dato inequivocabile riguarda la perdita di fiducia degli italiani, che nutrono nessuna o poca fiducia verso le pensioni (82%), il sistema sanitario nazionale (76%), ma anche verso Banche e Assicurazioni (59%).
Le cose non andranno bene nella percezione, ma la tendenza è quella di adattarsi più che ad attivarsi per modificare in meglio le prospettive future: il 47% degli italiani dichiara che sta cambiando o cambierà il proprio stile di vita, il 58% non sottoscriverà una polizza integrativa e il 71% non pensa ancora di fare investimenti per contare su rendite future.