Prelievo forzoso sul conto corrente: nessuna novità. Esiste già
Prelievo forzoso sul conto corrente, focus dopo le parole del leader di Italia Viva Matteo Renzi. Cosa c’è da sapere.
Una delle parole d’ordine per l’estate è il prelievo forzoso sui conti correnti. Il Leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha affermato che si farà.
Di parere opposto, invece, è Maurizio Leo, viceministro dell’Economia.
Nel corso degli ultimi giorni Matteo Renzi ha pubblicato un video con cui ha accusato il governo Meloni di voler utilizzare la delega fiscale per introdurre il prelievo forzoso.
Nel tentativo di placare in parte gli animi è intervenuto Leo, che ha cercato di gettare un po’ di acqua sul fuoco.
Maurizio Leo ha chiarito, intervenendo nella discussione sulla delega fiscale in commissione Finanze al Senato che, nell’agenda di governo, non è inserito alcun prelievo forzoso sul conto corrente dei contribuenti.
Quello che è rimasto all’interno della delega è una modifica all’attuale normativa, che prevede il pignoramento sui conti correnti affinché non vengano fatti a pioggia.
Ricordiamo che i pignoramenti sui conti correnti sono già possibili.
Le varie attività di recupero delle pendenze fiscali – che in questo momento ammontano a qualcosa come 1.153 miliardi di euro – dovranno essere effettuate evitando pignoramenti che, in un secondo momento, si dovessero rilevare infruttuosi.
Ma soprattutto devono essere mantenute tutte le garanzie per i debitori.
Conto corrente: il prelievo forzoso
Le voci su un prelievo forzoso sul conto corrente dei contribuenti si intensificano, anche se sono state prontamente smentite.
Anzi, come abbiamo visto, sono arrivati veri e propri chiarimenti.
Ma come stanno realmente le cose? Di cosa si devono preoccupare i titolari di un rapporto bancario?
Alcuni timori, in questi giorni, sono scattati con l’articolo 16 del disegno di legge, che in questo momento è al Governo, sulla delega fiscale.
Questo articolo, che è intitolato “Procedimenti di riscossione e rimborso”, prevede la possibilità di andare a potenziare l’attività di riscossione dell’agente di riscossione, procedendo a una vera e propria razionalizzazione ed automazione della procedura dei rapporti finanziari.
Questo è il motivo per il quale Matteo Renzi ha lanciato un vero e proprio allarme su Instagram: attraverso un video ha accusato il Governo di voler entrare direttamente nel conto corrente dei contribuenti.
A dire il vero, però, il prelievo forzoso esiste già. Il disegno legge che è in discussione nel prevede, molto semplicemente, un’automazione.
Non ci sono novità all’orizzonte
Volendo andare ad analizzare nel dettaglio cosa prevede il disegno legge, si riesce a comprendere chiaramente che non è previsto alcun prelievo forzoso per il futuro.
I contribuenti non devono temere proprio nulla: non si ripeterà quello che si era visto nel 1992 con il governo Amato, quando lo Stato decise di prelevare il 6% del valore dei depositi dei risparmiatori.
La normativa tributaria, in Italia, già oggi prevede la possibilità da parte dell’ente creditore – in questo caso è quasi sempre l’Agenzia delle Entrate – di andare a prelevare forzosamente dei fondi da un conto corrente, nel momento in cui il contribuente abbia un debito con lo Stato.
Questa operazione rientra nell’ambito di una riscossione forzata.
La delega fiscale prevede semplicemente una razionalizzazione ed una automatizzazione di queste operazioni, in modo che il pignoramento risulti più facile.
La procedura è anche nota come pignoramento presso terzi: in altre parole un creditore – in questo caso è l’Agenzia delle Entrate – può rivolgersi direttamente alla banca per prelevare direttamente quanto gli spetta.
Come ha correttamente sottolineato Maurizio Leo, questa operazione risulta essere già prevista dall’ordinamento.
Il Ddl, che in questo momento è allo studio in Senato, prevede un efficientamento del procedimento informatico e una semplificazione del saldo del conto corrente del debitore.
In questo modo si riesce a comprendere immediatamente quando il pignoramento può essere eseguito e quando non si può, invece, procedere.